Matrimoni, "il giorno più bello" tra mascherine e misuratori di temperatura

In Italia, il Paese col più basso tasso di matrimoni dell'Unione europea, pari a 3 ogni 1000 abitanti, i pochi che vogliono sposarsi con relativo ricevimento possono tornare a farlo. Con le regole e le limitazioni imposte dal Covid.
Dal 15 giugno gli invitati al giorno più bello dovranno essere in possesso del green pass, e cioè avere il certificato di avvenuta vaccinazione, quello di guarigione o un test negativo effettutato nelle 48 ore precedenti la cerimonia.
Consigliati soprattutto i ricevimenti all'aperto. Un piccolo percorso ad ostacoli,che non scoraggia i più motivati.
Per il settore matrimoni, i danni del Covid sono stati devastanti: in un mercato che in Italia rappresenta un volume d'affari pari a oltre 65,5 miliardi (considerato l'indotto e il turismo nuziale), per un impatto diretto sul Pil di 36,2 miliardi, e impiega 570 mila addetti, le perdite oscillano dall'85% al 100% del fatturato rispetto al pre pandemia.
Tra organizzazione di feste e cerimonie (wedding planner), confezionamento e vendita di abiti da sposa e da cerimonia, bomboniere, fiori, riprese fotografiche, catering per gli eventi e agenzie di incontri, si contano circa 83 mila imprese attive in Italia.
La ripartenza, seppure nel rispetto delle regole, è dunque un primo passo per il ritorno alla normalità del post pandemia.
Controllare, tracciare, fare test pre evento, usare le mascherine e il distanziamento sono tutti requisiti richiesti per scongiurare il rischio contagi ma, some dicono gli addetti ai lavori, "sono ripartite le crociere e gli eventi sportivi con il pubblico, il pubblico è presente negli studi televisivi, perché noi non siamo ripartiti prima?".