Covid: Vaticano, la confessione via smartphone non vale

Card.Piacenza, ma in casi gravi possibili assoluzioni collettive
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Di ANSA
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(ANSA) - CITTA DEL VATICANO, 06 DIC - Il Covid cambia la vita della Chiesa e anche i sacramenti. Ci sono infatti degli atti da fare in presenza, come la Confessione, impossibili per chi è isolato o in quarantena. Il Vaticano traccia allora un vademecum di quello che si può fare o non fare. E se dunque, in condizioni gravi, con pazienti sul punto di morte, possono essere date delle "assoluzioni collettive" all'ingresso dei reparti ospedalieri, invece non può essere considerata valida la confessione fatta con un sacerdote via smartphone. "Possiamo affermare - spiega il cardinale Penitenziere Maggiore, Mauro Piacenza, riferendosi ai telefonini - la probabile invalidità della assoluzione impartita attraverso tali mezzi". Piacenza, sull'Osservatore Romano, chiarisce anche che la Messa vista in tv non sostituisce quella vissuta tra i banchi di una chiesa: "Nulla può surrogare la partecipazione alla santa messa in presenza. Nelle situazioni in cui non sia possibile recarsi alla santa Messa festiva viene meno l'obbligo senza che si debba sostituire con altro la mancata partecipazione. Certamente se chi è impedito per valido motivo assiste alla celebrazione attraverso la televisione compie un atto pio e spiritualmente utile". (ANSA).

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