Ungheria: sindaci contro Orbán, "no alla stretta finanziaria contro i Comuni d'opposizione"

Ungheria: sindaci contro Orbán, "no alla stretta finanziaria contro i Comuni d'opposizione"
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Di Monica PinnaEuronews
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I sindaci di alcune delle principali città del paese hanno chiesto accesso diretto ai fondi europei, aggirando il governo. L'ufficio anti-frode europeo ha oltre 40 indagini in corso per l'utilizzo sospetto di finanziamenti comunitari in Ungheria

A Budapest il braccio di ferro politico tra i sindaci di opposizione e il Governo conservatore ungherese del premier Viktor Orbán sta lasciando il segno nelle strade della capitale. Davanti al Palazzo comunale sono comparsi alcuni pannelli che elencano 25 casi concreti di come il governo ungherese starebbe minacciando il funzionamento della municipalità attraverso una politica di tagli.

Nella lista compaiono i servizi pubblici piú basilari, dall'illuminazione pubblica al riscaldamento ai trasporti pubblici. Un esempio: "Cosa diresti se da domani le tubazioni rotte nella tua via non fossero piú riparate?". Le misure di austerity del governo minacciano la manutenzione di 6.401 chilometri di tubazioni.

Budapest sull'orlo della bancarotta

Queste insegne sono anche una sfida lanciata dal sindaco di opposizione della capitale, Gergely Karácsony, all'amministrazione Orbán. L’amministrazione della città di Budapest si lamenta di dover sostenere un pesante fardello finanziario. La pandemia ha ridotto le entrate del 20%, ma un altro 20% è a rischio a causa delle misure di austerità decise dal governo nazionale. Per il sindaco della capitale ungherese l'amministrazione Orbán sta punendo le città guidate dall'opposizione.

"La più importante fonte di reddito per Budapest è la tassa sulle imprese, pagata dalle aziende locali - dice Karácsony -. Il governo l'ha ridotta, tagliando una somma significativa dal bilancio della città. Inoltre, il comune deve pagare una "tassa di solidarietà" più alta per sostenere le città a basso reddito. Questi due elementi combinati rischiano di mandare Budapest in bancarotta".

Il primo cittadino di Budapest non è solo nella sua lotta contro il governo. Decine di altri sindaci dell'opposizione liberale ed europeista hanno sposato la causa dopo le municipali del 2019 in cui l’opposizione anti-Orbán ha vinto a sorpresa quasi la metà delle grandi città ungheresi.

Alcuni di loro si sono recentemente incontrati nella città di Tatabanya per coordinare la risposta alla stretta finanziaria. "Il governo ungherese sta facendo una spettacolare discriminazione tra le città guidate da sindaci del partito al governo quelle guidate dall'opposizione - dice Ilona Szücsné Posztovics, sindaco di Tatabanya -. Lo scorso 24 dicembre le grandi città guidate da Fidesz hanno ricevuto un sostegno di 1,3 miliardi di fiorini (3,5 milioni di euro) mentre le città guidate dall'opposizione non hanno ricevuto nulla".

I sindaci d'opposizione sostengono che anche i fondi europei non sono distribuiti equamente. Per questo hanno compiuto un passo audace. Hanno chiesto accesso diretto ai fondi europei, bypassando il governo. Il sindaco di Budapest ha firmato il "Patto delle città libere", con i sindaci di Praga, Varsavia e Bratislava, presentandosi all'Unione europea come partner alternativi ai rispettivi governi. Questi paesi spesso accusati di violare lo stato di diritto.

"Sempre più persone in Europa si sentono oltraggiate dal fatto che i fondi di sviluppo dell'Unione europea finanziano corruzione e autocrazie - dice Karácsony -. Noi non vogliamo che le nostre città soffrano di questo".

I sindaci si sono dimostrati capaci di promuovere il cambiamento a livello internazionale. Il Parlamento europeo ha deciso che gli Stati membri hanno ormai l’obbligo di consultare le autorità locali nella stesura dei loro piani di recupero nazionali. Un risultato per il quale i comuni si battono da oltre un anno.

"Quest’obbligo di consultazione non era legge, ma ora è stato adottato - dice Benedek Jávor, capo rappresentante di Budapest a Bruxelles -. Il vero interrogativo da questo momento è come sarà attuato. Il governo ungherese sta cercando di preparare, adottare e presentare alla Commissione europea un piano di recupero e resilienza che non è stato concordato con i comuni più importanti del paese".

Il governo di Orbán si dice pronto a negoziare con i sindaci dell'opposizione. Pubblicamente giustifica la disparità di trattamento sostenendo che i comuni più ricchi devono condividere il peso della crisi finanziaria.

Uso poco trasparente dei fondi Ue: aperte oltre 40 indagini

Come il denaro viene spartito in Ungheria è considerato poco trasparente. Secondo l'ONG Transparency international la corruzione è stata istituzionalizzata, per esempio attraverso i bandi di gara. "Secondo le statistiche, il 40% dei bandi per gli appalti pubblici ungheresi ha una sola offerta - dice ‪József Péter Martin‬, direttore di Transparency International in Ungheria -. Negli ultimi anni circa un quarto dei fondi europei sono stati incanalati attraverso oligarchi e faccendieri vicini al governo".

L'ufficio anti-frode europeo ha aperto oltre 40 indagini per l'utilizzo sospetto di fondi in Ungheria. Euronews ha visitato alcuni villaggi a Nord est di Budapest per vedere alcuni casi di queste presunte pratiche fraudolente. A Visznek i soldi europei sono finiti in un parco mai completato. Lo abbiamo visitato assieme a Ákos Hadházy, un deputato indipendente, tra le voci piú critiche dell'amministrazione Orbán.

"Questo è un tipico esempio di come vengono rubati i soldi dei contribuenti dell'Unione europea - dice Hadházy -. Non è una somma enorme, sono 220mila euro, ma qui c'è solo un lago, ed esisteva già prima. Non hanno realizzato quello che c'era nel bando di gara: avrebbero dovuto fare un parco. A livello delle contee le autorità di Fidesz decidono quale villaggio può ricevere il sostegno dell'Unione europea. Solo quelli dove la gente vota 'correttamente', ovvero per il partito al potere, riceveranno i soldi. E anche quelli dove i sindaci accettano di farsi imporre le ditte che eseguiranno i lavori".

Secondo Hadházy, in Ungheria tra il 20 e il 30% dei fondi europei finisce nelle mani sbagliate. I sindaci di opposizione si dicono impegnati a proteggere la democrazia in un paese accusato di essere tra i piú corrotti dell’Unione europea*. Le autorità locali sono convinte che le loro pressioni possano rivelarsi decisive per cambiare il corso di questo e di altri Paesi dove lo stato di diritto è ancora in discussione.

*Secondo l'indice di corruzione utilizzato da Transparency International Ugheria, il Paese è il piú corrotto nell’Unione europea assieme alla Romania.

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