Ai Golden Globes 2021 la rivincita degli outsider

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Di Debora Gandini
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Ai Golden Globes 2021 la rivincita degli outsider. Premiati film che raccontano storie di chi vive ai margini della società o di chi lotta per un futuro migliore. La diversità resta tuttavia ancora un tabù nei media

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Gli ultimi, i neri, chi vive ai margini della società. Ai Gloden Globes 2021 la diversità e in qualche modo la voglia di solidarietà sono stati i veri protagonisti. Tra qualche polemica. Nomadland, la pellicola diretta dalla cinese Chloé Zhao, si è aggiudicata la statuetta anche per la miglior regia. E ora punta agli Oscar del 25 aprile. Una storia toccante in un momento storico come che stiamo vivendo. La Zhao è la seconda donna a vincere il premio come miglior regista. Prima di lei, solamente un’altra donna si era aggiudicata l’ambito riconoscimento. Barbra Streisand per Yentl nel 1983.

Il premio come miglior attore è andato, tra la commozione generale, a Chadwick Boseman l’attore di colore scomparso lo scorso mese di agosto per un tumore. Andra Day ha vinto come migliore attrice. Tutti premi con in forte valore simbolico anche se non sono mancate delle critiche da parte degli addetti ai lavori.  

La diversità resta tabù nei media

“Questi Golden Globes sono stati caratterizzati da qualcosa di insolito a partire dalla composizione della giuria”, ci spiega il produttore televisivo Ed Braman. “Non c’era un membro di colore tra quelli della Hollywood Foreign Press Association. La diversità era, è e rimane un problema nei media e in un certo senso questa cerimonia ha deluso la causa. Eppure c’è chi sta lottando per fare in modo che la diversità non si più qualcosa di estraneo.”

Un Trionfo assoluto per la quarta stagione di "The Crown", la serie tv sulla famiglia reale che ha stravinto come miglior serie drammatica, mentre l'interpretazione del principe Carlo e Lady Diana di Josh O'Connor e Emma Corrin, è valso loro la statuetta per i miglior attore e attrice protagonisti. Nessuna menzione invece per un’altra saga tv che ha sbalordito critica e pubblico "I May Destroy You" di Michaela Coe. “Questa serie televisiva è stata probabilmente il progetto più importante dell'anno ed è stata realizzata da una donna di colore, prosegue Ed Braman. Il fatto che non sia stata nemmeno nominata è un segnale controverso. C’è molto sui cui riflettere.”  

Fa sicuramente pensare anche “Minari il miglior film straniero. Scritto e diretto da Lee Isaac Chung, il film semi-autobiografico racconta la storia di una famiglia sudcoreana che cerca di ricrearsi una vita nell'America rurale degli anni Ottanta. Un inno a chi lotta per un ricostruirsi un futuro migliore.

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