La guerra delle olive. Trump se n'è andato, ma i dazi commerciali sono ancora lì

Il primo inquilino della Casa Bianca è cambiato. Non c'è più il ciuffo rosso di Donald Trump, ma il profilo tranquillo di Joe Biden, eppure i dazi sono ancora lì. Ne sanno qualcosa i produttori spagnoli di olio d'oliva. Un'associazione iberica di categoria ha affermato che le esportazioni negli Stati Uniti sono diminuite dell'81% nel 2020, rispetto al 2019.
Una situazione talmente disperata che il governo spagnolo ha contattato la Commissione Europea esortandola ad aprire colloqui con Washington sulla sospensione dei dazi sull'olio d'oliva e sulle olive da tavola.
Il problema è che quest'anno la Spagna si ritrova con una diminuzione delle esportazioni e un aumento del 16% della produzione. Il rischio, in situazioni del genere, è il crollo dei prezzi. Qualcosa che potrebbe provocare la chiusura di molte aziende. Per altri motivi anche l'Italia ha visto invece un crollo del 30% della sua produzione.
Per Roma i concorrenti sono dentro l'Unione Europea. La Spagna è dal 2016 il più grosso esportatore di olio d'oliva / olive da tavola negli Stati Uniti. Paradossalmente i dazi dell'ottobre 2019 hanno fatto tornare l'Italia in testa alla classifica come primo esportatore del mercato stelle e strisce. Nel 2020 l'Italia resta leader e anche Tunisia e Portogallo hanno beneficiato dei dazi contro il prodotto spagnolo.
Tutto è stato derivato dai dazi europei nei confronti della Boeing. Bruxelles aveva imposto un aumento dei dazi del 15% che ha provocato le ritorsioni di Washington.