Sahel, sangue e jihad: oltre 200 morti civili in tre giorni

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Di Gioia Salvatori
Sahel, sangue e jihad: oltre 200 morti civili in tre giorni
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La Francia ieri ha reso omaggio ai due militari, sergente Yvonne Huynh e il brigadiere Loïc Risser, entrambi del 2 ° reggimento ussari di Haguenau, rimasti uccisi sabato in un attacco vicino Menaka nel Mali orientale, avevano 33 e 24 anni, li ha stroncati l'esplosione di un ordigno che ha fatto saltare in aria il veicolo su cui viaggiavano, l'attentato è stato rivendicato, in una dichiarazione rilasciata dalla sua piattaforma di propaganda Al -Zallaqa, dal 'gruppo di sostegno all'islam e ai musulmani' Gsim, affiliato ad Al Qaeda. Complessivamente la conta dei militari inviati da Parigi morti in attentati nel Sahel dal 2013, arriva a 50. Nel 2020, la Francia ha assunto 600 truppe aggiuntive nel Sahel, portando le unità a circa 5.100. Attualmente sta esaminando questo impegno.

Le forze francesi sono qui per combattere con gli eserciti africani su richiesta dei loro governi al fine di mostrare ai jihadisti che non c'è spazio per vincere con la violenza
Dominique Trinquand
generale francese

Per i terroristi del Gsim le truppe francesi sono truppe d'occupazione, "milizie criminali"; il punto di vista dei generali, ovviamente è ben diverso. "Le forze francesi sono in (Mali) per dimostrare che il problema non sono le armi, ma i negoziati - spiega il generale Dominique Trinquand, ex capo della missione militare francese all'ONU - Le forze francesi sono qui per combattere con gli eserciti africani su richiesta dei loro governi al fine di mostrare ai jihadisti che non c'è spazio per vincere con la violenza. Ma la storia finirà quando saranno pronti a negoziare con i propri governi".

In tre giorni oltre 200 morti tra Niger e Mali

Nel Sahel la situazione è drammatica la conta dei morti civili e militari in attacchi jihadisti cresce ogni settimana. Nel weekend oltre 100 civili sono stati uccisi in due villaggi del Niger, Tchombangou e Zaroumdareye, e la notte tra domenica e lunedì un attacco aereo (da parte di un velivolo non identificato) a Douentza, nel centro del Mali, ha colpito un convoglio nuziale facendo circa 100 vittime. Il Gsim ha dichiarato la sua innocenza rispetto all'attacco in Niger affermando che la propria "guerra santa non è rivolta contro il suo popolo", e promette ritorsioni a breve o lungo termine.

Un'allusione implicita al suo grande rivale nella regione, il gruppo dello Stato Islamico nel grande Sahara (EIGS), contro il quale da diversi mesi i combattimenti nell'area sono molto violenti.