Euronews saluta il 2020 con la pagella dei buoni e cattivi e la parola dell'anno

Euronews saluta il 2020 con la pagella dei buoni e cattivi e la parola dell'anno
Diritti d'autore Luca Bruno/AP
Di Efi Koutsokosta
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

A Victror Orban Babbo Natale non dovrebbe portare neanche un dono, lo pensano molti europarlamentari. Il vocabolo più ripetuto dell'anno? Coronavirus ovviamente ma anche altri da scoprire

PUBBLICITÀ

Ci apprestiamo a salutare quest'anno a dir poco indimenticabile, sotto molti aspetti, qualunque cosa possa ancora accadere da qui a gennaio, possiamo sicuramente dire che il 2020 è già passato alla storia.

La prima cosa da annotare è purtroppo il numero tragico di vittime che ha fatto il Coronavirus, oltre un milione e mezzo nel mondo, per tenere a bada i tasso dei contagi le democrazie occidentali hanno dovuto affrontare molte sfide cercando di bilanciare rispetto della privacy e tracciamento dei movimenti. Ma ancora più difficile è stata, ed è tutt'ora, la sfida per contenere la recessione economica.

In questo contesto, i cittadini europei si aspettano che Babbo Natale quest'anno sia ancora più generoso e che porti almeno un po di speranza.

La pagella del 2020

Abbiamo chiesto agli eurodeputati di condividere con noi la lista dei buoni e dei cattivi che quest'anno non meriterebbero neanche un ragalo, più di uno ha nominato il premier ungherese Viktor Orban, e tra i buoni invece è emerso il Commissario Ue al Clima, Frans Timmermans, perché ha mantenuto fede al Green Deal nonostante tutto. In generale è molto positivo il giudizio sulla tenuta dell'unità all'interno dell'Unione europea. E ovviamente dopo un anno del genere tutti si aspettano che il 2021 sia un anno migliore.

La parola dell'anno

Vi state chiedendo qual'è la parola dell'anno? In spagnolo è "confinamiento", perché il confinamento in Spagna è durato ben 40 giorni. In Portogallo invece è "bazuca" è fa riferimento alla potenza di fuoco di liquidità che serve in questo momento per limitare la recessione economica.

In inglese la parola dell'anno è “unmute” perché dobbiamo ammettere che ci è capitato a tutti, almeno una volta, di iniziare una meeting su zoom con l'audio spento per poi sentirci dire: “spingi unmute”.

E la parola più ricorrente per il prossimo anno? Sicuramente sarà pazienza, perché la luce alla fine del tunnel si vede, ma non è ancora vicina.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Addio, 2020, a mai più rivederci

Brexit, Covid e musica, ecco come ci prepariamo a salutare il 2020

Covid, vaccino sì o vaccino no? Non tutte le compagnie aeree lo richiederanno