Estratti ancora due corpi dall'eruzione di Pompei, 2000 anni dopo

Pompei, i due corpi ritrovati
Pompei, i due corpi ritrovati Diritti d'autore AP Photo
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Di Paolo Alberto Valenti
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I primi studi sembrano aver già individuato il momento della fine, nel secondo giorno dell'eruzione, la mattina del 25 ottobre (in base alla recente nuova proposta di datazione) di quel fatidico 79 d.C.

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L'ultimo spasimo della morte è ancora lì, semplicemente raffredato dai secoli che ci separano dall'eruzione su Pompei ma i corpi, pressoché integri, di due uomini, un quarantenne avvolto in un mantello e il suo giovane schiavo già piegato dalle fatiche della vita, sono riemersi in questi ultimi giorni di scavi.

La città della morte proiettata nell'eternità

I corpi si trovavano in un corridoio largo 2,20 metri che dava accesso al piano superiore della villa, dove gli scavi avevano individuato alcune cavità negli strati di cenere diventata pietra. Forse l'uomo col mantello e lo schiavo che era con lui tentavano di raggiungere il resto della famiglia, dopo aver atteso fino all'ultimo all'esterno, ignari che la morte li avrebbe colti all'improvviso. Il mistero per ora resta intatto.

Un viaggio nella storia senza fine

Nonostante la pandemia, le restrizioni e la crisi il viaggio nell'abisso di Pompei avanza con rivelazioni di sorprendente bellezza. "Adesso è fondamentale proseguire gli scavi - osserva Massimo Osanna - Ci vorrà tempo, ma alla fine anche la tenuta del Sauro Bardato, come pure la Villa di Diomede i cui lavori si concluderanno in primavera, potrà aprire al pubblico con tutte le sue affascinanti storie".

Una scoperta eccezionale

Una scoperta davvero eccezionale - sottolinea Osanna, da settembre 2020 alla guida anche della direzione generale dei musei pubblici - perché per la prima volta dopo più di 150 anni dal primo impiego della tecnica è stato possibile non solo realizzare calchi perfettamente riusciti delle vittime, ma anche indagare e documentare con nuove tecnologie le cose che avevano con sé nell’attimo in cui sono stati investiti e uccisi dai vapori bollenti dell’eruzione".

Gli scavi

Gli scavi in corso, finanziati dal Parco di Pompei con 1 milione di euro, sono una operazione congiunta con la Procura di Torre Annunziata, il procuratore Pierpaolo Filippelli, e i carabinieri per bloccare i tombaroli, che qui hanno lasciato ampie tracce della loro attività criminale. Dopo l'indagine nelle stalle da gennaio 2020 si sta scavando intorno al lunghissimo criptoportico edificato sotto ad una delle grandi terrazze.

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