Due ex giovani, amici ed ex studenti hanno iniziato qualche anno fa a raccogliere le espressioni gergali che usano giovani e non. Uno spaccato della lingua italiana davvero inusuale
Ma chi lo ha detto che lingua italiana non evolva? Le nuove tecnologie, i cambiamenti sociali a cui soprattutto quest'anno siamo stati costretti causa coronavirus, hanno pesantemente influito sulla maniera di esprimerci. Lo slang, non soltanto dei giovani o dei gruppi che un tempo venivano definiti tribù metropolitane, è mutato profondamente e da ormai qualche anno esiste un mezzo che cerca di monitorare i cambiamenti: slengo.it
Si tratta di un vocabolario un po' diverso ad esempio dall'Accademia della Crusca dove alcune parole, quando iniziano ad essere molto usate, vengono segnalate per poi, eventualmente, essere inserite nel vocabolario. Molti media hanno raccontato il lavoro dei creatori di Slengo
A realizzare il progetto sono stati due amici ed ex compagni di università: Marco Lucio Giannotta, di Catania, e Stefano Pirone, di Napoli. Il primo è il web designer che ha costruito il sito di Slengo, mentre il secondo è la persona dietro Pidgin Edizioni, casa editrice indipendente che ha sponsorizzato il progetto.
Slengo è solo uno dei progetti più noti, ma i video per insegnare il vero italiano spuntano come funghi in trete.
La pagina conta ormai vari migliaia di termini unici che, a loro volta, si disperdono in varie accezioni. E non si tratta solo di slang, ma anche di espressioni dialettali ormai entrate nell'uso comune e usate molto oltre quelli che dovrebbero essere i confini fisici regionali.
Slengo deriva da un progetto già noto a tanti, non solo agli smanettoni di internet: Urban dictionary ovvero il dizionario gergale inglese che viene usato anche dai traduttori laddove sia assolutamente necessario riprodurre, con linguaggio moderno, conciso e corretto un'espressione ad esempio straniera. Non è un semplice archivio di termini, ma un lavoro certosino che nasce da internet dove forse l'evoluzione linguistica è più in sintonia con il tempo. Un lavoro che sarebbero forse chiamate a fare altre strutture forse più conosciute, che appaiono pero' slegate dalla cultura, dal vivere e dal parlare contemporanei.