Nagorno-Karabakh: Armenia e Azerbaigian hanno firmato un accordo di pace

Armenia e Azerbaigian hanno firmato un accordo per mettere fine ai combattimenti nel Nagorno-Karabakh. Un'intesa raggiunta con la mediazione di Mosca: è stato Putin in persona ad annunciare l'accordo di pace. Il presidente azero Aliyev, il primo ministro armeno Pashinyan e il presidente russo hanno firmato una dichiarazione che sancisce la fine delle attività militari nella zona di conflitto a partire dalla mezzanotte di oggi.
All'annuncio ha fatto seguito la reazione furente di centinaia di armeni, che hanno fatto irruzione nelle sedi del parlamento e del governo di Yerevan, capitale dell'Armenia, devastando gli uffici e accusando di tradimento Pashinyan. Il presidente dell'Assemblea, Ararat Mirzoián, è stato allontanato con violenza dalla sua auto e picchiato da alcune persone che gli hanno chiesto dove si trovasse il primo ministro armeno.
In un lungo post su Facebook Pashinyan ha definito "doloroso" l'accordo siglato con l'Azerbaigian per mettere fine al conflitto dopo più di un mese di combattimenti, che hanno causato numerose vittime tra i civili.
Da quando i combattimenti sono ricominciati a settembre, tutti gli accordi raggiunti finora sul cessate il fuoco sono stati violati dopo poche ore. Gli armeni hanno perso parte del loro territorio: nel fine settimana le forze azere si sono impadronite di Shusha, seconda città della regione, conosciuta in armeno come Shushi.
In base al nuovo accordo l'Azerbaigian manterrà le aree del Nagorno-Karabakh conquistate durante il conflitto. Inoltre l'Armenia ha accettato di ritirarsi anche da diverse altre aree adiacenti nelle prossime settimane. Putin ha annunciato che Mosca invierà nelle zona un contingente di pace di quasi 2mila militari, 90 blindati e 380 veicoli militari con il compito di vigilare sul cessate il fuoco.