Ritorno a Famagosta, 46 anni dopo l'invasione turca di Cipro

Ritorno a Famagosta, 46 anni dopo l'invasione turca di Cipro
Diritti d'autore Nedim Enginsoy/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved.
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Di Giulia Avataneo
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Immagini straordinarie da Cipro: un gruppo di rifugiati torna nelle proprie case a Famagosta, sulla parte dell'isola occupata dalla Turchia

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Dall'occupazione turca del 1974 il quartiere centrale di Famagosta, Varosha, è una città fantasma. Una zona militare abbandonata dagli abitanti greco-ciprioti, fuggiti nella parte meridionale dell'isola o più lontano. Non vi hanno fatto ritorno fino alle prime riaperture, dal 2004. Si entra con il contagocce, con il benestare di Ankara. Per molti, dopo 46 anni da rifugiati, è un momento di forte commozione.

Scheletri del passato

"Qui, sono nato in questa stanza", racconta fra le lacrime Pavlos Iacovou, 65 anni, mentre si aggira fra i corridoi in rovina dell'hotel di famiglia, **mostrando immagini straordinarie, girate con il suo telefonino per la prima volta. **

Lui e gli altri cinque rifugiati che lo accompagnano avevano tra i 12 e i 23 anni quando hanno dovuto lasciare le loro case.

"Era il nostro quartiere. Hanno distrutto tutto. Non hanno lasciato niente", dice sconfortato. Fra le macerie dell'albergo ha trovato solo qualche guida turistica dell'epoca. "Le ho lasciate dov'erano - dice - Voglio che tutto rimanga com'è. Dedico questo giorno a mio padre, che è morto".

➡️Leggi anche: Vi portiamo fra le rovine della città di Famagosta

Destinazione del turismo europeo

Nell'area di Varosha rimangono tracce di un passato florido: negli anni Sessanta le sue spiagge e i siti archeologici attiravano turisti da tutta Europa. Dopo la guerra e la fuga dei greco-ciprioti, il quartiere è rimasto fermo nel tempo. La città ha anche ispirato un libro di Alan Weisman, Il mondo senza di noi, che analizza gli effetti della scomparsa della popolazione umana. 

Anna Marangou, 69 anni, è archeologa e storica dell'arte. È partita con la madre e le sorelle. Il padre, medico, rimasto indietro a curare i feriti dei bombardamenti.

"C'era molto turismo - ricorda - Paul Newman ha girato qui, al porto di Famagosta, il suo film Exodus. Negli hotel soggiornavano celebrità come i poeti Seferis e Elitis, entrambi premi Nobel per la Letteratura".

Anche per Anna la memoria fa male al cuore. "Ricordo mio padre quando era nel fiore degli anni - racconta - camminava qui a passo svelto, con quei costumi degli anni Sessanta. C'erano persone che vivevano qui, non lontano dal mare. È tutto molto doloroso".

Città fantasma

Nicos e Christos sono due fratelli di 62 e 58 anni. Camminano in Evagorou Avenue davanti alla farmacia del padre. "Era l'unico negozio ad avere la doppia insegna, in greco e in turco, visto che uno degli investitori veniva proprio dalla Turchia", raccontano. Poco distante, il teatro Lykeio Ellinidon, che ospitava spettacoli di teatrali e di danza. 

Segni di una vita normale che difficilmente potrà ritornare in quest'area, a meno che non si creino le condizioni politiche per un dialogo fra le due parti di Cipro. Ma i negoziati sono in stallo da tempo e la recente scoperta di giacimenti di gas naturale nel Mediterraneo orientale ha esacerbato ulteriormente i rapporti fra Grecia e Turchia.  

Intanto a Famagosta la natura si è in parte reimpossessata del paesaggio: sono anche ricomparse le tartarughe, che depongono le uova sulle sue spiagge bianche.

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