Che cosa implica fare il "cacciatore di virus" in una sorgente termale geotermica in Islanda? Ce lo racconta Elísabet Eik Guthmundsdóttir dell'istituto di ricerca Matís, che è spesso sul campo.
Che cosa implica fare il "cacciatore di virus" in una sorgente termale geotermica in Islanda? Ce lo racconta Elísabet Eik Guthmundsdóttir dell'istituto di ricerca Matís, che è spesso sul campo.
"Non c'è nessun pericolo"
"Sto raccogliendo campioni per il progetto Virus-X, per isolare ed estrarre virus, e dna virale da virus che infettano i batteri che vivono in quest'ambiente termale. Sul versante dei rischi biologici, non c'è nessun pericolo, perché i virus, e i batteri che infettano, non sono attivi negli esseri umani, non verrò contagiata. Ci sono effettivamente dei rischi, perché maneggiamo acqua molto calda e camminiamo in regioni geotermali, che possono essere pericolose. Ma biologicamente non c'è pericolo. Ora sto raccogliendo un po' d'acqua per misurarne il ph".
Temperature fra i 60 e 90gradi
"Abbiamo selezionato questi siti di campionamento per le loro condizioni ambientali, principalmente la temperatura e il ph. Cerchiamo temperature comprese fra i 60 e i 90 gradi e un ph quasi neutro o leggermente alcalino".
La sfida: riuscire a ottenere abbastanza dna
"La sfida principale per il nostro progetto Virus-X e per le regioni geotermali è il conteggio virale. La concentrazione del virus è molto bassa nelle sorgenti calde. Molti dei nostri metodi sono ben consolidati con altri tipi di campioni, in particolare con campioni marini. Ma il conteggio virale in questi ambienti è di circa tre ordini di grandezza inferiore. Quindi la sfida principale di questo lavoro è riuscire a ottenere abbastanza dna da questi campioni da consentire un sequenziamento profondo e quindi un'ulteriore elaborazione per clonare e produrre gli enzimi".