Visita del ministro degli Esteri cinese a Roma. Sul tappeto le relazioni bilaterali tra i due Paesi, i rapporti con l'Ue, la guerra per il 5G
Tutte le strade portano a Roma, in particolare la nuova Via della Seta. Il consigliere di Stato e ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, in visita nella Capitale, lo ricorda: l'Italia è il primo Paese del G7 che ha aderito all'iniziativa Belt and Road, spostando il suo baricentro e la sua diplomazia a est.
Il piano, annunciato nel 2013 dal presidente cinese Xi Jinping, punta a coinvolgere 65 Paesi che raccolgono circa il 65% della popolazione mondiale e il 40% del Pil. Il blocco filo-atlantista non è dunque più da tempo un monolite e il tour europeo di Wang Yi, con tappe anche nei Paesi Bassi, in Norvegia, Francia e Germania, lo dimostra. Tanto da fargli rinnovare l'impegno a sostenere l'economia europea durante la peggiore congiuntura globale, innescata dalla pandemia.
"Sosteniamo gli sforzi e il programma intrapreso dall'Ue per la ripresa economica - dice il ministro degli Esteri cinese nel briefing seguito all'incontro con il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio - possiamo dire che per lo sviluppo dell'Europa, la Cina sarà sempre un amico fidato dell'Europa".
Il palco europeo ha consentito al ministro degli esteri cinese di sollecitare l'omologo canadese François-Philippe Champagne a un'azione più incisiva, finalizzata a rimuovere i principali ostacoli alle relazioni bilaterali. Un lavoro certosino, quello di Wang Yi, per guadagnare alleati, o almeno spettatori neutrali, anche nel braccio di ferro con gli Stati Uniti per il 5G. Una partita a 5: Huawei, Nokia, Ericsson, Cisco e Zte che insieme rappresentano il 75% del mercato globale con la cinese Huawei che ne vale da sola il 30%.