La Germania ripiomba nell'incubo-quarantena, anche se le restrizioni riguardano solo una "zona rossa" del Land Nord Reno-Westfalia, dove si trova il mattatoio coinvolto in un nuovo focolaio locale di Covid-19, con oltre 1500 lavoratori contagiati.
Anche se solo localmente, in Germania torna l'incubo dell'epidemia e del lockdown.
Il presidente del Land Nordreno-Westfalia, Armin Laschet, ha deciso questo martedi una nuova quarantena nel circondario del comune di Rheda-Wiedenbrück, dove si trova il mattatoio Tönnies - secondo i media tedeschi è il mattatoio più grande d^'Europa -, in cui si sono registrati 1553 lavoratori contagiati (su circa 7000 dipendenti).
"Zona rossa" a Gütersloh
Nell'area di Gütersloh si torna cosi alle restrizioni di marzo.
Per circa 370.000 abitanti significa che chiudono nuovamente locali, scuole, ristoranti e negozi. E fino al 30 giugno si potrà uscire di casa al massimo in due per famiglia. È inoltre consigliato avere contatti solo con la propria famiglia o con una solo persona esterna.
Si tratta una grave battuta d'arresto, per tutta la Germania, nella speranza di un rapido ritorno alla normalità.
Lo stato federale del Nord Reno-Westfalia, con capitale Dusseldorf, è il più popoloso della Germania.
I lavoratori? Molti sono fuggiti
Per i lavoratori del mattatoio dove il virus si è diffuso, vale la quarantena obbligatoria. Ma nei giorni scorsi molti erano già scappati nei loro paesi d'origine, in particolare nell'Est Europa, soprattutto in Polonia e Romania.
Buona parte di loro sono impiegati con contratti non esattamente limpidi, come è stato accertato dai primi controlli.
"Qui ci sono solo vittime"
Interviene Barbara Menne, responsabile dell'ufficio sociale di Verl, uno dei comuni della zona coinvolti nel nuovo lockdown:
"Questo gioco dello scaricabarle nei confronti dei lavoratori è una cosa molto brutta. Nessuno è colpevole qui, ci sono solo vittime. Dobbiamo farlo capire molto chiaramente. È un virus dal quale non ci si può proteggere".
Tönnies nei guai
Nel mirino delle autorità anche il proprietario del mattatoio incriminato, Clemens Tönnies: non avrebbe collaborato con i servizi sanitari regionali per chiarire la dinamica dei contagi e avrebbe consegnato informazioni insufficienti sugli indirizzi dei lavoratori.
L'azienda ha promesso di fare pulizia nei contratti, ma soltanto dopo che il ministro del Lavoro Hubertus Heil ha tuonato contro lo sfruttamento nei mattatoi e ha annunciato norme per limitare il ricorso sfrenato a subappalti e contratti precari.
Nella zona di Gütersloh solo 24 persone che non lavorano al mattatoio sono risultate positive ai tamponi.
Si tratta, quindi, di un focolaio molto limitato.