Il presidente cinese lancia un'indagine generale globale per quando la malattia sarà sotto controllo; nuovo scontro tra i vertici dell'OMS e gli USA
E' stata una resa dei conti a distanza la 73esima assemblea generale dell'Organizzazione Mondiale della sanità tenutasi quest'anno in piena pandemia, dunque in formato virtuale.
Si è aperta con un j'accuse, quello del segretario generale dell'ONU António Guterres contro quei Paesi che hanno ignorato le raccomandazioni dell'ONU, è proseguita coi riflettori, ovviamente, sulla Cina.
Una mozione dell'unione europea appoggiata da 100 Paesi ha chiesto un'indagine indipendente sulle origini del virus, Pechino la respinge dicendo di essere sempre stata trasparente. "La Cina - ha detto Xi Jinping - sostiene una valutazione complessiva rispetto alla pandemia di COVID-19 dopo che questa sarà stata messa sotto controllo". Xi Jinping non apre le porte dei suoi laboratori ma in cambio mette sul piano 2 miliardi di dollari per la lotta al Covid-19 e promette di rendere disponibile per tutti il vaccino se lo troverà.
Guerra a distanza OMS-USA
Intanto i rapporti tra i vertici dell'organizzazione e gli Stati Uniti sono sempre più tesi. Il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus ha affermato che: "Proprio perché si vuole una ripresa globale il più velocemente possibile chiediamo ai Paesi di procedere con cautela. Quelli che vanno troppo veloci senza attuare le misure atte a individuare e sopprimere la trasmissione del virus, hanno un reale rischio di mutilare la loro ripresa".
Ma per il segretario alla sanità statunitense è la tardiva e fallimentare risposta dell'OMS all'epidemia, invece, che costa molte vite umane. "Il fallimento della risposta alla pandemia da parte dell'Oms costa molte vite umane" è l'atto di accusa del segretario alla sanità americano Alex Azar, che ribadisce la tesi del presidente Donald Trump secondo cui i vertici dell'organizzazione non sono stati tempestivi nel dare l'allarme a causa delle pressioni della Cina.