In che modo la pandemia influenza le attività di ricerca europee? Jean-Eric Paquet, direttore generale della DG Ricerca e innovazione presso la Commissione europea, ci parla delle attuali sfide che i ricercatori europei stanno affrontando, ma anche delle nuove opportunità future.
**In che modo la pandemia influenza le attività di ricerca europee?**Jean-Eric Paquet, direttore generale della DG Ricerca e innovazione presso la Commissione europea, ci parla delle attuali sfide che i ricercatori europei stanno affrontando, ma anche delle nuove opportunità future.
Vita stravolta dal coronavirus anche per gli scienziati
"Ovviamente anche scienziati e innovatori, come il resto della società, hanno visto la loro vita quotidiana e il loro lavoro profondamente influenzati dalla pandemia e dal lockdown in molti stati membri. Per la maggior parte dei ricercatori, per esempio, è molto difficile accedere ai laboratori. La ricerca sul campo è impossibile. Per esempio, abbiamo team che fanno ricerche sull'Artico, che ora sono interrotte, e la stagione sta per finire. Quindi l'impatto è reale".
Evitare le interruzioni nella ricerca
"Saremo molto flessibili negli ultimi due mesi per le attività dei ricercatori. Sarà naturalmente accettabile che lavorino da casa e non in laboratorio, e faremo in modo che questo sia ben chiaro, così che non ci siano interruzioni nella ricerca. E anche che non ci siano interruzioni nel lavoro dei ricercatori che non hanno contratti a tempo pieno".
Nascono nuove opportunità
"Una cosa che sta accadendo per le comunità della ricerca in Europa, e in parte anche per altre aree di attività, è che nascono nuove opportunità. Penso che stiamo scoprendo nuovi modi di lavorare, e modi di lavorare che si spostano nel mondo digitale. E penso che anche questo possa spingere enormemente gli scienziati a lavorare in modo interdisciplinare, al di fuori dal loro laboratorio o dalla loro struttura, perché ognuno diventa disponibile in modo diverso".
Una mobilitazione della comunità scientifica senza precedenti
"Non ho mai visto una mobilitazione della comunità scientifica come nelle ultime otto settimane. Penso che il livello, la qualità, le interazioni, i risultati resi disponibili, siano senza precedenti. Non abbiamo mai sequenziato un virus così in fretta. E questo è dovuto al fatto che c'è stata cooperazione a livello internazionale".