La Romania nella giungla degli approvvigionamenti

La Romania nella giungla degli approvvigionamenti
Diritti d'autore AP Photo/Andreea Alexandru
Di Alberto De Filippis
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Le difficoltà di Bucarest nel recuperare stock di materiale sanitario anche perché, sul mercato internazionale, vige la legge del più forte.

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L'approvvigionamento del materiale medico necessario a combattere il Coronavirus è un problema per tutti i paesi del mondo. Soprattutto per quelli che, come il rumeno, non hanno un sistema sanitario al livello di nazioni con economie più forti. Adesso che la situazione è drammatica poi, si trovano ancora di più in difficoltà.

Bucarest cerca di procurarsi sui mercati internazionali quanto necessita. Diplomatici, pubblici ufficiali, e persino i servizi segreti, danno fondo ai propri contatti per procurarsi quel materiale di cui il paese ha disperatamente bisogno. Il mercato internazionale è una giungla.

Adrian Ionel di Unifarm: "Ci siamo trovati in situazioni in cui, nonostante il fatto che avessimo già anticipato il 20 o addirittura il 30% del valore del contratto, il produttore annullasse quel contratto perché un altro acquirente aveva pagato il totale dell'intero stock. In altri casi invece abbiamo versato tutta la somma in anticipo, ma la vendita è stata annullata perché qualcuno ha offerto il doppio o il triplo di quanto avevamo già pagato noi. E lo ha fatto in contanti."

La situazione della Romania è simile a quella di altri stati. Tutti cercano di procurarsi quello di cui hanno bisogno. L'Unione Europea ha pensato di agire congiuntamente per un acquisizione e uno stoccaggio comuni dei materiali necessari per tutti i paesi membri. Negoziare come blocco è meglio che farlo in ordine sparso soprattutto quando i venditori sono Cina o Stati Uniti.

Dice la giornalista Mari Jeanne Ion: "Nel quartier generale della task force rumena contro il coronavirus, alti ufficiali delle forze armate passano ore per sviluppare strategie contro la pandemia".

Il coordinatore Raed Arafat lavora con i partner europei per acquisire quello di cui c'è bisogno e distribuire materiale medico anche fra gli altri partner continentali.Dice: "Ogni paese ha la responsabilità di prepaprarsi, ma anche noi dobbiamo prepararci. Dobbiamo puntare a rendere il progetto RescEu, salviamo l'Europa, qualcosa che funziona davvero. Dobbiamo renderlo davvero un progetto che serva sul serio ad aumentare i nostri stock e le nostre potenzialità".

Per evitare qualsiasi inconveniente, la Romania ha deciso di fare affidamento sulle forze armate e persino sull'uso della base Nato di Papa, in Ungheria. Tutti paesi europei partecipano al meccanismo di protezione civile assieme a nazioni come Islanda, Norvegia, Serbia, Montenegro e Turchia.

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