Secondo i medici i pronto soccorso, con poche protezioni e affollati, respingono i pazienti. Appello del primo ministro Abe: "Evitate bar e ristoranti"
Uno stato d'emergenza coronavirus dichiarato per 30 provincie, secondo molti osservatori, in ritardo, appena cinque giorni fa. Gli ospedali che rischiano il collasso, le gente che continua andare in ufficio. Succede in Giappone. I casi sono oltre 7000 e i morti 100 ma i numeri crescono in fretta e il primo ministro Shinzo Abe ha inviato un messaggio perché i giapponesi evitino ovunque, anche là dove lo stato d'emergenza non è stato dichiarato, bar, ristoranti, karaoke, luoghi di ritrovo.
Più voci, come l'ambasciata americana a Tokyo, denunciano che i numeri del contagio potrebbero essere sottostimati.
Fatto sta che l'associazione di categoria dei medici di medicina d'urgenza ha denunciato l'imminente collasso dei pronto soccorso e, scrivono in un comunicato, si tutto il sistema sanitario. Denunciano che spesso al pronto soccorso i pazienti vengono rimandati indietro, di qualunque malattia siano affetti.
In Giappone in base all'assetto costituzionale non è possibile multare chi viola il confinamento che, in effetti non è altro che un invito a restare a casa. Invito che molti non rispettano: secondo una recente indagine dell'associazione dei manager di uffici finanziari, un centro di ricerca, circa il 40 % delle imprese che hanno introdotto lo smart working indica che i lavoratori continuano a recarsi in ufficio.