Coronavirus: money, money, money, la risposta anglosassone alla crisi economica

Coronavirus: money, money, money, la risposta anglosassone alla crisi economica
Diritti d'autore Koji Sasahara/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved.
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Di Stefania De Michele
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Covid 19: Trump e Johnson annunciano iniezioni di liquidità contro la crisi economica

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La stampella arriva ed è solida perché il coronavirus colpisce duro anche l'economia americana. L'amministrazione Trump arma il suo bazooka fiscale e prevede un piano da 1.200 miliardi di dollari, compresi i pagamenti diretti di 1.000 dollari circa agli americani entro due settimane, per sostenere imprese e professionisti. Il segretario al Tesoro Steven Mnuchin ha stanziato una prima tranche di 250 miliardi.

"Stiamo pensando di inviare immediatamente degli assegni agli americani. Quello che abbiamo sentito dai cittadini che lavorano sodo è che molte aziende hanno chiuso i battenti. Gli americani - ha aggiunto Mnuchin - hanno bisogno di contanti adesso e il Presidente vuole che li ricevano ora. E per ora intendo entro le prossime due settimane".
Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti ha anche detto che il tasso di disoccupazione potrebbe salire al 20%, a causa dell'impatto economico della pandemia.

Se l'uomo Brexit Boris Johnson ruba le parole all'europeista Mario Draghi

"Whatever it takes", qualsiasi cosa necessaria, ha detto anche il premier britannico Boris Johnson, prendendo in prestito le parole europeiste dell'allora presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi: il governo è pronto a stanziare 330 miliardi di sterline.
Anche perché, ha aggiunto Johnson, "dobbiamo affrontare la  sfida economica più grande dopo la Seconda guerra Mondiale". Il premier britannico considera la congiuntura economica ai tempi del coronavirus peggiore della crisi del 2008.

Nel tweet: "Per quanto duri siano i mesi a venire, abbiamo la determinazione e le risorse per vincere la battaglia. E, ripeto, questo governo farà tutto il necessario".

L'annuncio di Stati Uniti e Gran Bretagna è indirizzato, quasi in via corale, a maxi iniezioni di liquidità per supportare i rispettivi sistemi produttivi.

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