Carceri italiane: il Consiglio d'Europa denuncia

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Di Diego Giuliani
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Violenze,insufficienza di strutture e attività, regimi e condizioni di isolamento da rivedere. Dal Comitato contro la tortura la fotografia di quattro penitenziari. Appello dell'associazione Antigone: "Bisogna restituire un senso alla pena. Irresponsabile dire: 'Devono marcire in carcere'"

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Insufficienza di strutture e attività proposte, necessità di rivedere regimi e condizioni di isolamento, detenzione prolungata di persone affette da disagio mentale. Sono alcuni dei rilievi mossi alle carceri italiane dal Comitato contro la tortura del Consiglio d'Europa, in seguito a una visita ad hoc ai penitenziari di Milano Opera, Biella, Saluzzo e Viterbo. 

Qui il link per scaricare il rapporto completo e la risposta del governo italiano

"Mai ricorso alla forza arbitrario e basta violenze". L'appello di Antigone

Tra i punti rilevati, anche picchi di violenze da parte del personale carcerario soprattutto nel carcere di Viterbo. "Bisogna che arrivi un messaggio forte da parte delle autorità che governano le carceri, dalle autorità politiche - l'appello del Presidente dell'Associazione Antigone, Patrizio Gonnella -: l'uso della forza non deve cioè mai essere arbitrario, vi si deve fare ricorso solo se strettamente necessario. E la violenza nelle carceri deve essere bandita". 

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"Bisogna restituire un senso alla pena e riempirla di contenuti sani"

Il panorama carcerario italiano, spiega ancora Gonnella, è caratterizzato da pronunciate difformità che rendono difficile un giudizio complessivo. In strutture particolarmente problematiche come quelle prese in esame, il rapporto ha però messo anche in luce le scarse attività proposte ai detenuti soggetti a regimi di carcere duro come il 41-bis. Un dato, che solleva interrogativi di più ampio respiro, sul senso stesso oggi conferito alla pena: "Bisogna restituirle un senso e riempirla di contenuti sani come istruzione, lavoro, attività culturali - prosegue Gonnella -. Perché altrimenti avremo sempre - ma questo lo dico io - tassi di recidiva molto alti, persone incattivite e una funzione della pena che si riduce a mera neutralizzazione dei corpi". 

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"Chi dice 'Devono marcire in carcere' legittima comportamenti anticostituzionali"

E se l'appello al legislatore è anzitutto a sopprimere un istituto come l'isolamento diurno - nel mirino peraltro dello stesso Comitato contro la tortura del Consiglio d'Europa - affinché il sistema carcerario possa pienamente assolvere al suo compito di rieducazione e reinserimento, l'Associazione Antigone invoca però anche la collaborazione della politica. "Non vogliamo più sentire orribili frasi come: 'Deve marcire in galera' - conclude Gonnella -. Chi dice cose del genere legittima comportamenti anticostituzionali. Quanto auspichiamo è quindi anzitutto una igiene nel linguaggio". 

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