Il fondatore di Huawei, Ren Zhengfei: "La nostra tecnologia 5G è sicura"

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"Se gli Stati Uniti hanno prove riguardo alle accuse di spionaggio che ci rivolgono, le rendano note all'Europa", ha dichiarato il fondatore di Huawei, Ren Zhengfei

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Il 2020 dovrebbe vedere l'arrivo del 5G, la tecnologia di telefonia mobile di ultima generazione, nelle più grandi città d'Europa.

Huawei è leader incontrastato del settore, ma la posizione filogovernativa del colosso cinese preoccupa la Commissione europea, al lavoro su un piano che possa prevenire spionaggi da parte di Pechino.

"La soluzione più semplice è non fare affari con Huawei", ha afferma Donald Trump, che ha bandito la tecnologia negli Stati Uniti e ha invitato gli altri Paesi a fare altrettanto.

Australia e Giappone hanno seguito l'esempio. Regno Unito, Danimarca e Polonia ci stanno pensando.

Damon Embling ha incontrato per Euronews il fondatore e amministratore delegato di Huawei, Ren Zhengfei, secondo il quale gli Stati Uniti attaccano l'azienda perché con il 3G e il 4G erano loro a guidare il mercato. Ora, che hanno perso il primato, cercano di screditare la concorrenza.

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Il fondatore e amministratore delegato di Huawei, Ren ZhengfeiEuronews

Zhengfei ha ribadito inoltre che il governo cinese non ha mai chiesto di installare porte di accesso sui loro apparati, a fini di spionaggio. "D'altronde se gli Stati Uniti avessero in mano delle prove, le avrebbero usate" per convincere l'Europa a chiudere le porte a Huawei. "La storia ha dimostrato che non abbiamo fatto nulla di ciò di cui ci accusano, e non avremmo ragioni per farlo", ha affermato l'ad.

È febbrile l'attività di sviluppo della tecnologia nel campus Huawei di Shenzhen, città che ospita il quartier generale. Edward Zhou, vicepresidente della sezione Affari globali, sottolinea come i governi occidentali dovrebbero indirizzare i loro controlli sui provider: "Sono loro che posseggono i dati, non noi che offriamo le soluzioni tecnologiche ai nostri clienti. Sono loro che devono rispettare la legge".

A preoccupare l'Unione europea non è solo la minaccia di spionaggi, ma anche lo sviluppo di un'eccessiva dipendenza da una tecnologia che per ora solo Huawei è in grado di fornire.

D'altra parte non si può "perdere il treno" 5G, che significherà potenziamento della velocità di trasmissione dati e aumento del numero di dispositivi che possono essere connessi, con l'offerta di soluzioni smart che potrebbero rivoluzionare il nostro quotidiano.

"Si stanno preoccupando un po' troppo", dice Mika Laudhe, vice presidente dela sezione Cybersecurity e privacy di Huawei, e invita ad essere realisti: "Ci vuole una cooperazione globale, perché non sono in grado di costruire reti 5G".

Per Zhengfei le accuse di spionaggio non hanno danneggiato e non danneggeranno la compagnia: "I clienti di molti paesi interpretano gli attacchi che stiamo ricevendo come un segno della forza di Huawei. Non ci saranno rischi finanziari. La nostra crescita non sarà frenata. Alcuni clienti hanno scelto di non acquistare i nostri prodotti, questo è comprensibile, ma molti continuano a farlo".

Secondo l'agenzia AFP, più della metà dei 65 contratti finora firmati dal colosso, con operatori che vogliono dotarsi della tecnologia 5G, riguardano imprese europee.

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