Missili iraniani su basi Usa in Iraq: "Lo schiaffo in faccia agli americani"

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Di Cristiano Tassinari
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"La vendetta è iniziata", fa sapere Teheran, dopo l'attacco missilistico su due basi militari americane in Iraq. A Erbil, illesi i soldati italiani. La risposta di Trump: "Tutto va bene. Abbiamo l'esercito più potente del mondo".

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La vendetta, questa volta, l'Iran l'ha servita subito. Contro ogni aspettativa, all'1.20 della notte - la stessa ora in cui è stato ucciso il generale Qassem Soleimani a Baghdad venerdì scorso - è scattata la vendetta dell'Iran: l'operazione "Soleimani Martire".

Decine di missili balistici provenienti dall'Iran hanno colpito le basi di Ayn Al-Asad e Erbil, in Iraq.
Ayn Al-Asad ospita 1500 militari americani e della coalizione internazionale anti-Isis.

A Erbil, in particolare, si trova anche il contingente italiano. I soldati italiani sono illesi, si sono rifugiati in un bunker di sicurezza della base. Lo ha confermanto lo Stato Maggiore della Difesa in una nota, aggiungendo che "i mezzi e le infrastrutture in uso al contingente militare italiano non hanno subito danni".

L’attacco è stato rivendicato immediatamente dalle Guardie della Rivoluzione islamica, o Pasdaran.
"La feroce vendetta delle Guardie Rivoluzionarie è iniziata", ha fatto sapere Teheran.

Non ci sono vittime: solo un avvertimento

Inizialmente, fonti della propaganda irachena - non confermate - avevano parlato di almeno 80 vittime.
Poi si è scoperta la verità: nessun morto e nessun ferito.
Come ha confermato il Pentagono, l'Iran ha fatto in modo che i missili "intelligenti" non colpissero direttamente i militari americani e che i danni alle basi fossero limitati, per non scatenare una reazione bellica da parte della Casa Bianca.
Quindi: poco più di un avvertimento.

La nostra vendetta è costringere l'America a uscire da questa regione. La vera vendetta e la risposta definitiva delle nazioni mediorientali arriverà quando l'America verrà espulsa da questa regione e la sua mano aggressiva verrà tagliata per sempre
Hassan Rouhani
Presidente dell'Iran

Ha definito l'operazione "uno schiaffo in faccia agli americani", la Guardia Suprema dell'Iran Ali Khamenei. Intanto, secondo fonti vicine agli Hezbollah libanesi, nei prossimi giorni nella capitale iraniana si terrà una riunione di alti rappresentanti dei movimenti politici e dei gruppi armati arabi filo-iraniani sparsi in Medio Oriente e impegnati nel contrastare "l'occupazione americana nella regione".

È la prima volta negli ultimi anni che Washington e Teheran si sono attaccati direttamente l'un l'altro, piuttosto che "per procura" nella regione, come avvenuto spesso.

In un comunicato, il Pentagono ha affermato che i missili sono stati lanciati dall'Iran e hanno preso di mira almeno due basi statunitensi che ospitano militari americani.

Secondo un funzionario del Dipartimento della difesa americano, "l'Iran ha lanciato 15 missili, di cui quattro non hanno centrato il bersaglio".

L'agenzia Farsnews precisa che Teheran ha lanciato i missili di propria produzione 'Ghiam' e 'Fateh'.

Zarif: "Ci difenderemo da qualsiasi aggressione"

Con un post su Twitter, il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, ha confermato che l'Iran ha lanciato l'attacco missilistico, ma ha aggiunto: "Non cerchiamo l'escalation o la guerra, ma ci difenderemo da qualsiasi aggressione".

Trump: "Tutto va bene"

Il Presidente americano Donald Trump ha difeso l'assassinio mirato del generale iraniano Qassem Solemaini, affermando che, con la sua morte, gli Stati Uniti hanno "salvato molte vite".

Su Twitter, dopo l'attacco missilistico di Teheran, Trump ha scritto: "Tutto va bene. Abbiamo l'esercito piu potente del mondo".

Risorse addizionali per questo articolo • ANSA

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