2018 anno nero per le emissioni. Co2 a nuovi massimi

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Di Diego Giuliani
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Altolà dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale: incremento superiore a quello degli ultimi cinque anni, potremmo essere a una drammatica svolta per le prossime generazioni.

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2018 anno nero per le emissioni, con la concentrazione di anidride carbonica a un nuovo massimo storico. Il dato emerge da un rapporto dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale, che stima l'incremento di Co2 in 560 milioni di tonnellate: volume pari a quello generato dall'intero settore del trasporto aereo e a un balzo mai registrato dal 2013

Qui il WMO Greenhouse Bulletin del 25 novembre 2019, che contiene le conclusioni del rapporto.

Il dato emerge da un rapporto dall'Organizzazione Mondiale per il Clima, che mette un guardia: potremmo essere a una svolta dalle pesantissime conseguenze per le prossime generazioni: cambiamenti climatici protratti nel tempo, temperature in crescente aumento e fenomeni atmosferici sempre piu' estremi.

Via Twitter il video con cui l'OMM riassume le principali conclusioni del rapporto

"Rovesciare i rapporti". L'imperativo dell'OMM su energie fossili e rinnovabili

"Al momento l'85% dell'energia mondiale è di origine fossile come carbone e petrolio - riassume il Segretario generale dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale, Petteri Taalas -, mentre appena il 15% di origine nucleare o rinnovabile. Per riuscire nella'attuazione dell'Accordo di Parigi, nei prossimi decenni dovremmo ribaltare queste percentuali".

Nel comunicato stampa dell'OMM (in inglese), la sintesi delle conclusioni del rapporto

Photo Reuters
Petteri Taalas, Segretario generale dell'Organizzazione Meteorologica MondialePhoto Reuters

"La Cina maglia nera. Ma tutti devono fare di più"

A cambiare è anche la geografia delle emissioni: l'Occidente perde lo scettro e se il primato si sposta in estremo oriente, anche il resto del mondo fa la sua parte. “Tradizionalmente il primato delle emissioni spettava a Europa e America del Nord e Stati Uniti - continua Taalas -, ma ormai è saldamente in mano alla Cina. Una crescita considerevole nelle emissioni si è pero' anche registrata in paesi extra-OCSE. E questo prova che per risolvere questo problema, bisogna ragionare su scala globale. Ne' Unione Europea, ne' Stati Uniti possono riuscirci da soli. E nemmeno la Cina. Vanno coinvolti tutti i paesi". Gli esperti non hanno dubbi: il rischio è quello che il 2018 sia stato un "anno cerniera", che peserà sul presente delle prossime generazioni: proseguimento dei cambiamenti climatici, temperature ancora in aumento e fenomeni atmosferici sempre piu' estremi.

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L'inquinamento sopra i cieli della MongoliaPhoto: Reuters
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