Sono circa un centinaio i leader delle proteste che sono stati arrestati dalle guardie rivoluzionarie iraniane per le proteste contro il caro benzina dei giorni scorsi
La desolazione che regna dopo le proteste sedate in Iran è tutta visibile qui, nel servizio che vi proponiamo: immagini di distruzione di luoghi simbolo come banche e attività commerciali, strade ma anche qualche abitazione. Mentre il clima non cessa di scaldarsi, dopo le nuove sanzioni varate da Trump e in arrivo per le censure internet che tuttora persistono in Iran.
Vedi cosa è successo nei giorni scorsi in Iran
Il capo della giustizia iraniana, Ebrahim Raisi, si è scagliato contro coloro i quali "negli ultimi giorni hanno approfittato di ciò che stava accadendo e delle richieste e delle preoccupazioni del popolo. Chi ha istigato le proteste - ha affermato Raisi - creato insicurezza e fatto tremare i cuori di donne e bambini, attaccato la proprietà pubblica, loro e i loro mandanti devono sapere che li aspetta una terribile punizione".
Altra "tegola" da parte di Washington poi è quella che vede il governo iraniano condannato da un giudice federale negli Stati Uniti con il risarcimento di 180 milioni di dollari al giornalista del Washington Post Jason Rezaian e la sua famiglia. Rezaian, ex corrispondente del Post a Teheran, è stato detenuto per 18 mesi in Iran durante i colloqui per l'accordo sul nucleare, dopo essere stato prelevato nel luglio del 2014 e confinato. Anche la moglie fu detenuta per due mesi.
Secondo il portavoce di Raisi, inoltre, sono circa un centinaio i leader delle proteste che sono stati arrestati dalle guardie rivoluzionarie iraniane.
Mentre le violenti proteste scoppiate una settimana fa, dopo il rincaro della benzina sembrano placarsi, dunque, e a seguito della dura repressione delle forze di sicurezza, l'esercito della Repubblica islamica mobilita migliaia di soldati, per simulare un conflitto sul Golfo Persico e lo Stretto di Hormuz, una maxi-esercitazione fatta per testare i nuovi equipaggiamenti e il livello di preparazione a possibili minacce di guerra.