Scontri ad Hong Kong, UE: evitare la violenza
Al terzo giorno di assedio ad Hong Kong e di scontri tra polizia e manifestanti nel campus dell'università, l'Unione europea gioca la carta del compromesso.
L'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera e di sicurezza, Federica Mogherini, ha dichiarato:
«È essenziale che le parti facciano prova di temperanza. Che la risposta delle forze dell'ordine sia proporzionata e che le autorità rispettino i diritti fondamentali».
Nelle strade quel che resta di una quotidianità fatta di disordini e caos, campo di battaglia dove le varie fazioni si sono scontrate per mesi, con colluttazioni violente e ogni genere di arma.
A partire dalla mezzanotte centinaia di manifestanti hanno lasciato il campus: i minorenni sarebbero stati solo identificati, per gli altri, invece, circa 400, sono scattate le manette.
Per quanto riguarda una possibile fine degli scontri la governatrice Carrie Lam ha affermato: «È possibile raggiungere questo obbiettivo solo con la collaborazione piena da parte dei manifestanti, persino quelli violenti, che devono deporre le armi e accettare gli ordini della polizia pacificamente».
In quest'ottica si inserisce anche la nomina del nuovo capo della polizia nominato dal consiglio di stato della Cina per tentare di porre fine alle agitazioni, dopo che è fallita anche la trattiva promossa dal vescovo Ha.