Dopo lo sciopero generale che ha fermato per un turno la massima serie del campionato spagnolo, è accordo tra club e calciatrici
Hanno appeso gli scarpini al chiodo, hanno vinto la loro battaglia sindacale: le calciatrici spagnole ce l'hanno fatta. Club e tesserate della Primera División hanno concordato un salario minimo, e non più medio, di 16.000 euro all'anno. Le due parti hanno fissato al 20 dicembre la deadline per l'attuazione delle misure frutto dell'intesa.
Solo sabato scorso, Paloma Fernández, capitana dell'Espanyol, aveva espresso delusione e contrarietà per il rifiuto delle società sportive a un compromesso su salari, riconoscimento dello stato di gravidanza e ferie. Una questione annosa, che le giocatrici spagnole hanno affrontato con uno sciopero generale, il primo dalla creazione del campionato nel 1988, sciopero che ha registrato il 90% di adesioni. L'astensione ha di fatto congelato il nono turno della Primera Iberdrola, in cui militano 16 squadre. Con l'intesa sull'aumento salariale e l'indicazione di un part-time ad almeno il 75%, il campionato potrà dunque riprendere.