Due anni di storia catalana: cosa resta della "chimera" indipendentista?

Due anni di storia catalana: cosa resta della "chimera" indipendentista?
Di Cristiano Tassinari
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Lunedi la Corte Suprema spagnola esprimerà il verdetto per gli indipendentisti catalani condannati per sedizione. Ripercorriamo due anni di storia della Catalogna, partendo dal referendum del 1° ottobre 2017.

PUBBLICITÀ

In attesa, lunedi, del verdetto della Corte Suprema spagnola del processo per gli indipendentisti catalani condannati per sedizione, vediamo come siamo arrivati a questo.

Il 6 settembre 2017 il movimento per l'indipendenza della Catalogna attraversò il confine della legalità costituzionale. Modificando l'ordine del giorno e in assenza dei partiti di opposizione, Junts pel Sí e CUP (Candidatura d'Unitat Popular) approvarono la legge sul referendum di autodeterminazione. E anche se il segretario generale della Camera rifiutò di firmarla giudicandola illegale, la presidente, Carme Forcadell, la fece promulgare, e il Presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, indisse il referendum per il 1 ° ottobre 2017.

Il giorno dopo, la Corte Costituzionale ammise i ricorsi presentati dal governo spagnolo di Mariano Rajoy  e sospese in via cautelare la norma regionale, ma il movimento indipendentista usò la sua maggioranza in Parlamento per approvare la legge per la fondazione della Repubblica Catalana.

Il 20 settembre, nell'ambito dell'inchiesta sul referendum, la Guardia Civil arrestò 14 persone legate all'organizzazione indipendentista. Decine di migliaia di persone, guidati dal Vice-Presidente della Generalitat, Oriol Junqueras, circondarono il Ministero dell'Economia e vandalizzarono i mezzi della polizia. Tra i manifestanti, anche i due Jordi: Jordi Sánchez e Jordi Cuixart, i leader delle principali organizzazioni indipendentiste ANC e Òmnium Cultural.

La giustizia ordinò la chiusura dei seggi elettorali e le forze dell'ordine sequestrarono centinaia di migliaia di schede elettorali, ma il referendum si svolse ugualmente il 1° ottobre 2017 in un clima di grande tensione, il governo dispiegò migliaia di agenti di polizia e della Guardia Civil. Le immagini della violenta repressione delle forze dell'ordine spagnola sconvolsero il mondo.

Intanto il governo catalano dichiarò che il 90% degli elettori aveva votato a favore dell'indipendenza.

Alcuni giorni dopo Re Felipe chiese il ripristino dell'ordine costituzionale e dello Stato di diritto in Catalogna, che stava attraversando un periodo di sciopero generale.

Una settimana dopo, davanti al Parlamento, Carles Puigdemont dichiarò unilateralmente l'indipendenza della Catalogna, ma lasciando aperto uno spiraglio di dialogo con Madrid. 

Pochi giorni dopo, Jordi Sànchez e Jordi Cuixart entrarono in carcere "da eroi" per aver promosso la rivolta presso il Ministero dell'Economia.

Il 27 ottobre 2017, il Parlamento dichiarò l'indipendenza della Catalogna.
Il governo spagnolo applicò l'articolo 155 della Costituzione e sospese Carles Puigdemont e l'intero governo catalano.

Puigdemont fuggì a Bruxelles con diversi consiglieri. Il Vice-Presidente Junqueras decise di rimanere ed affrontare la giustizia.

Il giorno seguente, la Procura della Repubblica presentô una denuncia contro Puigdemont e i suoi 13 consiglieri e contro l'ex Presidente del Parlamento e i cinque membri dell'Ufficio di presidenza che avevano elaborato la dichiarazione di indipendenza della Catalogna.

Per approfondire ➡️ **Quali sono le pene richieste per il processo agli indipendentisti catalani? **

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

12 ottobre: festa nazionale spagnola con l'ombra della Catalogna

La Catalogna celebra due anni dal referendum

Elezioni in Catalogna: il 21 marzo Puigdemont scioglierà il nodo candidatura dalla Francia