Immigrazione, in Lussemburgo si cerca di allargare il gruppo dei paesi "volenterosi"

Immigrazione, in Lussemburgo si cerca di allargare il gruppo dei paesi "volenterosi"
Diritti d'autore Un membro dell'UNHCR parla con i migranti salvati in mare nella baia di Marsamxett di La Valletta, Malta - 30 settembre 2019 - REUTERS/Darrin Zammit Lupi
Diritti d'autore Un membro dell'UNHCR parla con i migranti salvati in mare nella baia di Marsamxett di La Valletta, Malta - 30 settembre 2019 - REUTERS/Darrin Zammit Lupi
Di Elena Cavallone
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Riunione dei ministri dell'interno in Lussemburgo. Si parlerà dell'accordo di Malta. Vi spieghiamo i retroscena e che cosa possiamo aspettarci da questo consiglio.

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“Grandi speranze" cosi potrebbe essere intitolato il consiglio dei ministri dell’interno riunitisi in Lussemburgo per discutere ancora una volta del dilemma immigrazione.

Dilemma servito a ora di pranzo, quando oltre alle portate sul tavolo dei ministri ci sarà anche l’intesa raggiunta a fine settembre tra Italia, Francia, Germania e Malta per un ricollocamento automatico dei migranti soccorsi dalle navi delle Ong e da quelle militari.

La speranza è proprio quella di allargare il gruppo dei quattro volenterosi a un numero consistente di 10-15 stati membri disposti a farsi carico dei richiedenti asilo portati in salvo in Italia e a Malta.

Ma la prudenza su questo punto è d’obbligo: benché l’accordo sembra aver ricevuto un’accoglienza positiva tra le cancellerie, finora pochi governi europei sembrano pronti ad impegnarsi oltre ai firmatari originali. Il tema è delicato, alcuni stati sono freschi di elezioni oppure andranno tra poco alle urne e altri semplicemente non intendono farne parte.

Neanche a dirlo, i quattro di Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia) di distribuzione automatica non ne vogliono sentir parlare, mentre finora una chiusura è arrivata anche dalla Spagna. Madrid vorrebbe infatti un’intesa che prenda in considerazione non solo gli sbarchi avvenuti in Italia o a Malta ma una riforma a 27 del sistema comune di asilo.

Difficile appare anche trovare il sostegno dell’Olanda, che ritiene che la pressione in Italia non sia tale da giustificare un accordo ad hoc, soprattutto visto che in proporzione alla taglia e a alla popolazione del paese, i Paesi Bassi ricevono più domande di asilo.

Più probabile invece trovare una sponda in quei paesi che anche in passato hanno mostrato di condividere il principio della ripartizione degli oneri come Irlanda, Lussemburgo e Portogallo.

Troppo presto per parlare di un accordo vincolante, anche se - fanno notare fonti interne- l’intesa di Malta ha avuto il merito di rimettere al centro del dibattito politico il principio cardine della condivisione delle responsabilità.

Un appello alla responsabilità cha coincide con il sesto anniversario del naufragio al largo di Lampedusa il 3 ottobre 2013 che fece 368 e a sole poche ore da un ultimo naufragio nello stesso tratto di mare che ha ucciso 22 persone.

Le prove tecniche di volontà politica tra i governi nazionali sono appena iniziate, nell’attesa di una riforma del sistema comune d’asilo e di un nuovo patto sull’immigrazione, come promesso dalla presidente eletta della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen.

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