Hong Kong ancora in piazza. Polizia usa gas lacrimogeni

Hong Kong ancora in piazza. Polizia usa gas lacrimogeni
Di Cinzia RizziEloisa Covelli Agenzie:  ANSA
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Nonostante il divieto imposto dalle autorità, i dimostranti pro-democrazia hanno marciato per le strade dell'ex colonia britannica

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Nonostante il divieto imposto dalla polizia, per evitare un altro sabato di scontri, migliaia di persone sono scese nuovamente in strada a Hong Kong, per manifestare a favore della democrazia. Per aggirare il divieto, i dimostranti hanno organizzato un raduno religioso, per il quale non è quindi necessaria alcuna autorizzazione.

Le forze armate hanno piazzato nuove barriere e il servizio di trasporto pubblico di superficie e la metropolitana è stato interrotto, nei pressi della sede di rappresentanza della Cina. Dopo un inizio pacifico, i primi gas lacrimogeni sono stati lanciati contro i manifestanti. Nel tardo pomeriggio decine di migliaia di manifestanti sono affluiti da punti diversi verso il centro della città, con un nutrito numero vestito di nero e munito di maschera e casco da cantiere. Il primo bersaglio è diventato il parlamento locale, dove la polizia ha usato gas urticanti e lacrimogeni per disperdere la folla che, oltre a lanciare pietre e oggetti pesanti, ha fatto ricorso anche alle molotov. Respinto dopo un'ora l'assalto, una parte di attivisti ha quasi raggiunto il quartier generale della polizia di Wan Chai, dando fuoco a una barricata e costringendo i pompieri a intervenire. Poi i confronti si sono ripetutamente visti intorno a Victoria Park (dove sono stati esplosi alcuni colpi di pistola di avvertimento), e a Causeway Bay. I cannoni d'acqua sono entrati in servizio a Harcourt Road, sparando un liquido blu per consentire poi il riconoscimento dei facinorosi. I tafferugli sono andati avanti fino a superare la mezzanotte: la polizia, sempre in tenuta antisommossa, ha cominciato ad arrestare decine di persone nelle stazioni delle metropolitana.

Rilasciati Wong e Chow

Nelle scorse ore, la polizia aveva fermato diversi attivisti, tra i quali i due volti simbolo della cosiddetta Rivoluzione degli ombrelli, Joshua Wong e Agnes Chow. I 22enni, fondatori del movimento politico giovanile Demosisto, sono stati in seguito liberati su cauzione. Entrambi sono accusati di partecipazione alla manifestazione non autorizzata dello scorso 21 giugno e di incitamento alla protesta.

Nella serata di sabato è diventat virale sui media cinesi la notizia di un nuovo arresto di Joshua Wong. Lo stesso Wong ha negato l'accaduto su Twitter.

La ricorrenza

Proprio sabato è caduto il quinto anniversario della Decisione 831 del Congresso nazionale del Popolo che il 31 agosto del 2014 ha adottato il modello di selezione dei candidati alla carica di governatore dell'ex colonia, sotto il pieno controllo di Pechino, fortemente contestato dagli attivisti pro-democrazia.

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