Il deprezzamento della moneta cinese favorisce le esportazioni delle merci attenuando l'effetto dei dazi usa.
L'ultimo atto della guerra commercaile tra cina e Stati Uniti, andato in scena venerdi, ha già prodotto conseguenze sul mercato delle valute. Lo yuan, meglio detto renminbi, ha toccato il minimo storico sul dollaro da 11 anni: fissato a 7,05 il cambio sul biglietto verde, nel corso della mattinata di lunedi il valore dello yuan onshore, la valuta usata per gli scambi interni, è sceso fino a quota 7,14 , un ribasso dello 0,8%, il minimo dal febbraio del 2008. Anche lo yuan offshore, usato negli scambi internazionali, ha registrato un ribasso dello 0,7%.
Il Presidente Trump al vertice del G7 di Biarritz ha detto di essere stato invitato da Pechino a ritornare al tavolo delle trattative ed ha espresso grande apprezzamento per le capiacità di negoziazione cinesi. Un modo, forse, per provare a riportare un po' di calma sui mercati dominati dal caos di una guerra a colpi di dazi che non accenna a concludersi.
Intanto, il piu' importante effetto del deprezzamento dello yuan è la spinta alle esportazioni di merci piu' competitive sui mercati, strumento utile a ovviare almeno in parte al peso delle tariffe cui sono sottoposte le merci cinesi negli stati uniti. Pechino continua a definire inaccettabile il comportamento di Washington, colpevole di mettere a rischio dicono, la sicurezza della dell'intera economia globale.