Lunedì hanno marciato anche i compagni di scuola della ragazza contro lo Stato colpevole del ritardo nell'intervento
Si dimette il ministro dell'Interno rumeno dopo l'ondata di indignazione che ha travolto il paese per l'uccisione della 15enne Alexandra. Il reo confesso viene considerato colpevole assieme allo Stato perché la ragazza ha fatto tre telefonate al 112 chiedendo aiuto e la polizia è intervenuta con 19 ore di ritardo, quando ormai era troppo tardi.
"Come risultato della conversazione che ho avuto questa mattina con la premier Viorica Dancila ho deciso di presentare le miei dimissioni da ministro dell'Interno - dice Nicolae Moga - Ho preso questa decisione per salvare in parte il prestigio dell'istituzione ora compromesso, a causa delle mancanze di alcuni suoi impiegati, che sono stati licenziati o stanno per essere sanzionati".
L'assassino reo confesso è un meccanico di 65 anni, che ha dichiarato di aver ucciso anche Luiza, una 18enne morta ad aprile, la cui scomparsa era rimasta finora avvolta nel mistero.
Lunedì più di 100 ragazzi che erano nella stessa scuola di Alexandra hanno protestato davanti alla polizia di Caracal, chiedendo la testa dei responsabili del ritardo.
"Siamo venute qui per far vedere che siamo preoccupate - dice una manifestante - Abbiamo paura ad uscire di casa. Dovrebbe essere lo stato e la polizia a farci sentire sicure. Che sicurezza ci danno se io ho paura persino ad uscire di casa?".
I ragazzi hanno marciato fino alla casa dell'assassino e hanno lasciato candele e fiori in ricordo di Alexandra. Molti avevano magliette rivolte alle autorità, accusate al pari dell'assassino dell'omicidio.