Ingorgo killer sulla cima dell'Everest. Otto vittime tra gli alpinisti nelle ultime settimane

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Di Giulia Avataneo
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Le immagini degli alpinisti in fila, mentre aspettano di raggiungere la vetta più alta del mondo, hanno fatto il giro del pianeta. Ma il problema è grave e può avere conseguenze letali, come conferma il numero delle vittime nelle ultime settimane

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Gli 8850 metri dell'Everest sono il sogno di ogni scalatore. Realizzarlo non è solo una questione di allenamento ed esperienza, ma richiede un notevole impegno economico - il permesso del governo nepalese costa da solo 11mila dollari - e le condizioni climatiche giuste. Le immagini dell'ingorgo che si è creato sulla cima hanno fatto il giro del pianeta. E proprio i ritardi - secondo alcuni testimoni, sono la causa di diversi decessi recenti sulla montagna.

"Ci sono così tante persone che vogliono fare questa scalata e servirebbe un tetto massimo ai permessi per salire ogni giorno - dice una scalatrice sudafricana, Kelly Letcher. Perché la quantità di ossigeno a disposizione è limitata e se sei stanco, sei stanco... Puoi anche arrivare in cima ma poi c'è ancora tutta la discesa".

Il servizio di Euronews include un video girato da Robert Fischer, alpinista britannico di 44 anni, durante l'ascesa del Lhotse, la quarta montagna del mondo, anticamera dell'Everest. Una settimana più tardi Fischer è deceduto tentando di scalare la vetta più alta, l'ottava vittima dell'Everest in questa stagione.

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