Europee 2019, chi sono gli italiani più influenti al Parlamento Ue?

Europee 2019, chi sono gli italiani più influenti al Parlamento Ue?
Diritti d'autore Membri del Parlamento europeo durante una plenaria di Strasburgo - REUTERS/Vincent Kessler/File Photo
Diritti d'autore Membri del Parlamento europeo durante una plenaria di Strasburgo - REUTERS/Vincent Kessler/File Photo
Di Lillo Montalto Monella
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Non siamo messi malissimo, rispetto ad altri Paesi. Per come funziona il Parlamento europeo, se stai in un gruppo grande hai più possibilità di avere influenza sulle politiche europee. Intorno ai sovranisti esiste un "cordone sanitario": chi sta nei gruppi piccoli non va lontano.

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Nella classifica dei 100 parlamentari europei più influenti nell'indirizzare le politiche europee, l'Italia piazza otto suoi esponenti. Sette, se escludiamo il Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, che proprio per il suo ruolo è in cima alla lista. Insomma, nella classifica del potere di palazzo siamo dietro alla Germania, con un arrivabile 22, e alla Francia (11) ma era prevedibile, visto che sono questi tre Stati quelli che hanno mandato in Europa le pattuglie numericamente più folte di europarlamentari: 96, 74 e 73 MEPs (come vengono chiamati in inglese). 

Il ranking è stato stilato da VoteWatch, osservatorio indipendente su dati della politica europea, tenendo in conto criteri di tipo qualitativo e quantitativo come l'attività parlamentare, rapporti, emendamenti, statistiche sui voti, consenso in seno al proprio gruppo politico e interviste tra specialisti.

Secondo VoteWatch, l'influenza dell'Italia è nella media ma in declino rispetto all'ultimo rilevamento anche per via dell'addio di Gianni Pittella, ex capogruppo dei socialisti e democratici, dimessosi per fare il senatore in Italia nel marzo 2018. Al suo posto come capogruppo del S&D ora c’è il tedesco Udo Bullmann: il peso della Germania si evince anche dal fatto che sono tedeschi i due capigruppo dei due principali schieramenti, se consideriamo anche lo spitzenkandidaten Manfred Weber (n. 2 della lista) alla guida dei popolari.

Tra i primi 10 politici più influenti del Parlamento Ue, l'unica istituzione europea direttamente eletta dai cittadini, oltre a Tajani figura anche Roberto Gualtieri (PD)considerato uno degli europarlamentari più influenti in Europa anche da Politico in quanto presidente della Commissione per i problemi economici e monetari. C'è il suo decisivo contributo in oltre 30 rapporti di politica economica tra il 2015 e il 2019. 

La posizione forte di Gualtieri è anche dovuta al famoso 40% alle Europee 2014 del PD, che aveva consentito alla pattuglia italiana di essere la più numerosa in seno ai socialdemocratici. Poi col tempo sono arrivate le dimissioni di 8 europarlamentari, per poter assumere incarichi pubblici in Italia dopo le elezioni del 2018 e - secondo gli analisti - la delegazione italiana ha iniziato a perdere importanza.

Tra gli otto italiani più autorevoli a fine mandato, secondo l'osservatorio di Bruxelles, oltre a Tajani ci sono solamente membri del Partito Democratico (Danti, Toia, Mosca, Sassoli e Bresso) ad eccezione del solo Fabio Massimo Castaldo, l'unico pentastellato del gruppo, che però è bene ricordare è vicepresidente del Parlamento europeo. 

Quale il fattore chiave per essere decisivi in Europa?

Un fattore decisivo per capire quanto un europarlamentare sarà influente durante la legislatura è la sua appartenenza politica. "Se appartieni a un gruppo marginale, la buona volontà non basta", commenta a Euronews il ricercatore di VoteWatch, Davide Ferrari. Nella top 10 assoluta, infatti, ci sono solo membri del Partito Popolare Europeo (EPP), dei socialisti (S&D) o dei liberali (ALDE). Nella top 20, fa capolino solo la finlandese Heidi Hautala dei Verdi.

Inoltre, in un europarlamento dove il tasso di ricambio sarà intorno al 60% (ovvero, ne resta il 40%), chi ha già esperienza alle spalle e vanta più di una legislatura nel curriculum "è naturalmente più conosciuto dai colleghi, e questo lo aiuta a ricevere ed occuparsi di dossier importanti", continua Ferrari. "Qui non esistono maggioranza e opposizione, saper costruire ponti è importante: chi dimostra di saper ascoltare e fare compromessi ha più possibilità di essere influente perché saprà attrarre il consenso di altri gruppi in fase di votazione".

"Cordone sanitario" intorno ai sovranisti: il ruolo della Lega sarà limitato

In questa prospettiva, il neonato gruppo che raccoglierà i partiti euroscettici e sovranisti, “Alleanza europea dei popoli e delle nazioni” (EAPN, dal suo acronimo in inglese), rischia di aver poco margine di manovra per indirizzare le politiche europee. La delegazione italiana in seno ai democratici e ai popolari risulterà indebolita, anche se la perdita sarà relativa dato che entrambio i gruppi si rimpiccioliranno, ma "se la Lega deciderà di rimanere in un gruppo che rimane ai margini dei giochi politici, non giocherà un ruolo importante nel prossimo parlamento assieme ai partiti di destra nazionalisti", conclude Ferrari. "Così come in quello attuale, continuerà il cordone sanitario nei loro confronti. La loro attività legislativa  è stata limitata per via del loro isolamento". Nella top 100 degli "influencer", infatti, figura una sola europarlamentare dell'ENF (Europa delle Nazioni e della Libertà, l'attuale gruppo di Le Pen e Salvini), l'austriaca Barbara Kappel.

Il bilancio degli altri Stati

Il rapporto di VoteWatch indica come il livello di influenza della Spagna si sia mantenuto sostanzialmente stabile, mentre la vittoria del Front National di Marine Le Pen in Francia ha fatto sì che la Francia perdesse peso politico in seno all'europarlamento (altra cosa sono il Consiglio e la Commissione). Le delegazioni transalpine nei due gruppi più importanti, infatti, si sono ridotte a vantaggio del piccolo gruppo dell'ENF, le cui proposte però sono sempre state cassate dagli altri gruppi: "nessun singolo emendamento proposto dall'ENF è mai stato accettato in una plenaria", né alcun suo rappresentante "occupa posizioni di leadership", si legge. Il ruolo che la Francia giocherà nel prossimo emiciclo dipenderà tutto da come Macron si giocherà le sue carte. Lo stesso discorso vale per il Regno Unito, penalizzato dalla vittoria di Ukip che ha portato, evento dopo evento, alla Brexit.

Il Paese con meno influenza di tutti a livello decisionale sembra essere la Grecia, per mancanza di suoi rappresentanti nei gruppi più forti e la frammentazione dei suoi eurodeputati in formazioni minori. Bene invece, in rapporto alla dimensione degli Stati, Belgio, Repubblica Ceca e Finlandia.

È interessante notare che gli deputati cechi hanno ottenuto il punteggio più alto in termini di influenza media grazie a posizioni di leadership formale negli organi del Parlamento europeo (ufficio di presidenza, commissioni, gruppi, ecc.), mentre sono stati meno prolifici dal punto di vista delle attività legislative, ossia l'elaborazione diretta delle relazioni. Questa tendenza ad esercitare un'influenza attraverso l'assunzione di posizioni di leadership formale è osservabile tra i paesi dell'Europa centrale e orientale. Al contrario, i paesi nordici, ad esempio, hanno una diversa tattica e puntano all'elaborazione delle relazioni direttamente attraverso l'attività legislativa (fanno, cioè, da relatori).

Ad esempio, i finlandesi hanno ottenuto il punteggio più alto per quanto riguarda le posizioni dei relatori in proporzione alle dimensioni della loro delegazione. Heidi Hautala (Verdi), Petri Savarmaa (PPE) e Sirpa Pietikainen (PPE) sono stati tra i deputati più prolifici. I membri finlandesi hanno avuto un po' meno successo quando si è trattato di conquistare posizioni di leadership chiave, anche se ci sono alcune eccezioni: Heidi Hautala è vicepresidente del Parlamento europeo, mentre Petri Savarmaa è vicepresidente della commissione bilanci.

Per approfondire

Il Post - Un parlamentare europeo su sette non è arrivato a fine legislatura, L'Italia ne ha persi per strada 9

La Voce.info - Europarlamentari: è l’ora della pagella di fine mandato

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