Tav: la Francia lancia programma studi per capire cosa fare delle linee di accesso

Tav: la Francia lancia programma studi per capire cosa fare delle linee di accesso
Diritti d'autore Immagine di un TGV nel nord della Francia. REUTERS/Pascal Rossignol
Di Lillo Montalto Monella
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Modernizzare le reti ferroviarie esistenti o realizzare nuovi km di ferrovie che porterebbero al tunnel di base del Moncenisio? Il ministro dei Trasporti francesi Borne lancia un programma di studi e un osservatorio permanente per capire cosa fare.

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Il ministro dei Trasporti francese, Elisabeth Borne, ha lanciato un programma di studi sulle linee ferroviarie in territorio francese che dovrebbero garantire, qualora il progetto vedesse la luce, l'accesso al tunnel transfrontaliero Lione-Torino sotto il Moncenisio. La costruzione vera e propria del tunnel di base, ricordiamo, non è ancora iniziata. In cantieri come quello di Chiomonte, Val di Susa, e Saint-Martin-de-la-Porte sono stati scavati un totale di 25km di tunnel geognostici e discenderie di studio.

Ricordiamo che il 70% dei binari dell'intera opera dovrebbe essere costruito in territorio francese.

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Sul sito Internet del Ministero della Transizione ecologica, Borne sottolinea che "la Francia è risolutamente impegnata nel progetto di nuova linea Lione-Torino".

"Questo progetto - si legge nel documento - consiste sia nella realizzazione di una sezione transfrontaliera, che è oggetto di un trattato bilaterale ratificato nel 2017 e che beneficia per il 40% di un finanziamento europeo, sia di vie di accesso francesi al tunnel transfrontaliero. La realizzazione di questi accessi è prevista dalla programmazione degli investimenti presentata nel progetto di legge di orientamento degli investimenti, all'esame del Parlamento".

Il Consiglio d’Orientamento delle Infrastrutture nel 2018 aveva proposto, nel suo "rapport Duron", di rinviare la costruzione delle vie ferrate e dei tunnel sulla tratta francese - ad esclusione del tunnel di base - al 2038. Il rapport Duron è servito come base per la preparazione della legge di orientamento sulla mobilità in discussione all'Assemblea francese.

Gli studi proposti da Elisabeth Borne

In pratica, il governo transalpino ha chiesto a SNCF, l'operatore ferroviario pubblico francese, di presentare un programma di studi e investimenti per la realizzazione delle "vie d'accesso" al tunnel tra Francia e Italia, la parte più contestata dell'opera. Accanto alla messa in posa di nuovi km di binari, si legge, resta aperta la possibilità di "modernizzare la linea esistente [...] "in funzione della crescita dei traffici constatata o prevedibile sull'asse ferroviario".

D'altronde, dopo la famosa "pausa di riflessione", lo stesso Macron - parlando al meeting di Lione con Gentiloni del 2017 - aveva espresso la volontà di realizzare il Tav "non con le idee di 20 anni fa, quando è stato immaginato: bisogna adattarlo alle modalità di mobilità contemporanee, più economiche, più intelligenti”.

L'orientamento di Macron, anche alla luce dei punti emersi dal Grande Dibattito Nazionale, sembra quello di investire piuttosto nel trasporto urbano e locale (cfr. terzo paragrafo dell'ordinanza ministeriale).

SNCF proporrà degli studi che terranno in conto dei volumi di traffici e della possibilità - scartata da molti - di saturazione della linea esistente (i dati mostrano in modo chiaro, come ammesso dallo stesso ex commissario Foietta in un’audizione al Senato del 2016, che parlare di saturazione "è anacronistico e irragionevole"). Un "comitato di pilotaggio", sotto l'autorità del prefetto della Regione, seguirà i lavori - si legge nel comunicato stampa - e verrà dato ascolto alle istanze delle comunità locali.

Verrà istituito anche un "osservatorio permanente sulla saturazione ferroviaria" degli itinerari di accesso al tunnel del Moncenisio, sotto l'egida del Consiglio Generale dell'Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile. Vi presenzieranno anche rappresentanti delle ferrovie di stato.

La decisione del ministro Borne è l'ultima puntata della trentennale telenovela Tav, versante francese. In estate si farà un primo punto della situazione. Sul versante italiano, siamo in attesa della decisione del governo gialloverde dopo la pubblicazione degli "avis de marché” (avvisi di interesse) nel marzo scorso.

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