Con Caputova il Paese si allontana dalle istanze sovraniste.
Avvocato, attivista ambientale e paladina delle minoranze, ex vicepresidente del piccolo partito non governativo 'Slovacchia progressista', Zuzana Caputova, la prima donna presidente del Paese, incarna tutte le istanze del cambiamento.
Il politologo Zsolt Gál, dell'Università Comenius a Bratislava, analizza il voto che ha consegnato la guida della Slovacchia a una donna che, fino a poco tempo prima, non aveva assunto ruoli importanti nel panorama politico nazionale.
"La stragrande maggioranza degli elettori - dice Gál - è contro il regime attuale, per cui le elezioni presidenziali possono essere valutate come un referendum sul governo".
58% di consensi per Caputova, ma con un affluenza al secondo turno di piccolo cabotaggio, solo il 41% degli aventi diritto. Il cambiamento ha numeri bassi ma il volto giovane di chi ha deciso di andare alle urne: "Sono venuta a votare perché voglio dei cambiamenti in Slovacchia", ha spiegato a Euronews una ragazza di Dunajska Streda.
Nel frattempo, nel Paese è stato avviato l'iter per l'elezione dei giudici della Corte Costituzionale, che si terrà nella sessione parlamentare iniziata il 26 marzo. Secondo János Lajos P., redattore capo del quotidiano slovacco Új Szó, la presidente potrà avere una notevole influenza anche in quella decisione.
Caputova ha incentrato la sua campagna elettorale sull'anti-corruzione e, per l'Europa antisovranista, è un avamposto importante nel cuore del blocco di Visegrád.