Vent'anni fa, all'arrivo di Hugo Chavez, il Venezuela produceva 3,5 milioni e mezzo di barili di petrolio al giorno. Oggi la società statale PDVSA ne produce meno di un terzo. Per Juan Guaidó il rilancio del paese passa inevitabilmente attraverso un miglior sfruttamento della risorsa-petrolio.
CARACAS (VENEZUELA) - Parlando a un evento dell'industria petrolifera a Caracas, il Presidente autoproclamato del Venezuela Juan Guaidó, ha affermato che la risorsa-petrolio deve essere fondamentale per il suo paese per l'indispensabile ripresa economica .
Il rischio, secondo Guaido, è di un esodo di lavoratori petroliferi, il che significherebbe che la produzione del Venezuela difficilmente potrebbe riprendere presto quota, anche se le sanzioni americane venissero abolite e un governo favorevole alle imprese sostituisse Nicolas Maduro.
"Il petrolio deve essere usato come leva per l'emancipazione venezuelana, per lo sviluppo, per le opportunità per la società venezuelana. Questa è la vera sfida per l'industria petrolifera venezuelana", ha dichiarato Guaidò.
Il Venezuela era una volta uno dei cinque maggiori esportatori di petrolio del mondo, pompando 3,5 milioni di barili al giorno nel 1998, quando fu letto Hugo Chavez
Oggi la compagnia petrolifera statale PDVSA ne produce meno di un terzo.
Gli Stati Uniti, intanto, hanno avvisato Maduro di non saccheggiare le risorse del Venezuela. Anche se PDVSA avrebbe già aperti conti sulla banca russa Gazprom, di proprietà del colosso dell'energia, per aggirare le sanzioni internazionali.