Balcani prêt à porter, la Macedonia del nord verso la Nato

Balcani prêt à porter, la Macedonia del nord verso la Nato
Di Sergio Cantone
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La Nato marca il territorio nei Balcani. Guarda con preoccupazione alle strategie russe nella regione e al minuetto di Putin con la Serbia. E s'affanna con una politica all inclusive con la Macedonia del nord, aprendole le porte, grazie all'ultimo sacrificio della Grecia, uno più, uno meno...

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Un altro pezzo di ex-Jugoslavia si avvicina al mosaico della Nato. Il ministro degli esteri della neo-battezzata repubblica della Macedonia del Nord, Nikola Dimitrov, ha firmato il protocollo di adesione del suo paese all'Alleanza atlantica. A suggellare il documento anche le firme delle ventinove diplomazie dei paesi membri, alla presenza del segretario generale Jens Stoltenberg.

Scacchiere balcanico

Un'estensione delle frontiere Nato nel sud-est dell'Europa resa necessaria dal braccio di ferro con la Russia nella regione, alla luce del minuetto di Putin con la Serbia. Da qui, il voto favorevole, e ad alta velocità, del parlamento greco all'accordo sul nome della Macedonia, che ha accompagnato in dolcezza e per via prioritaria, Skopje proprio lì, sulla soglia della Nato, e con la porta semiaperta, dopo ben due decenni di acidi scambi diplomatici con Atene. Tant'è, il primo ministro Tsipras dopo i tanti bocconi amari della compagnia di giro della troika ne ha fatto mandare giù un altro a un popolo, quello greco, dal patriottismo irritabile. Lasciare il nome Macedonia con l'appendice "del Nord" al vicino settentrionale. Ellenismo inclusivo o real politik? Tutto fa gioco. Ed ecco che Nikola Dimitrov, il ministro degli esteri, della Macedonia del Nord, in sede Nato tesse elogi per il caro vecchio buon senso e dice:

"La storia non capita per caso, bisogna fare in modo che accada. Vorrei elogiare le leadership dei primo ministri Zaev e Tsipras. Sarebbe stato più facile non mettersi d'accordo. Ma hanno invece deciso di investire un capitale politico per il beneficio di due popoli, di due nazioni, e di tutta la ragione e la Nato, come alleanza".

Una Nato rassicurante

Plauso naturalmente del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, odiatore professionale dei conflitti, per forma e ruolo, che dichiara:

"Voglio congratularmi sia con Skopje che con Atene, per aver dimostrato dedizione e coraggio nell'accordo sul nome. Possiamo ora guardare al futuro. Il vostro ingresso stabilizzerà ulteriormente i Balcani occidentali. Ed è un bene sia per la regione che per la sicurezza euro-atlantica"

La Macedonia settentrionale diverrà membro a pieno titolo della Nato solo dopo la ratifica del protocollo da parte dei parlamenti degli altri stati membri della Nato. E l'opposizione greca, scontenta dell'accordo, promette battaglia in parlamento, dragando nei sentimenti profondi di un popolo ellenico ancora ferito. Se tutto dovesse andare come previsto, la Macedonia del nord sarebbe il quarto Paese della defunta Jugoslavia ad aderire alla Nato, dopo Slovenia, Croazia e Montenegro.

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