Sbarchi, Sea Watch: 49 migranti accolti da Malta dopo 2 settimane

Sbarchi, Sea Watch: 49 migranti accolti da Malta dopo 2 settimane
Di Giulia Garofalo
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Dopo lunghi negoziati, l'Unione europea ha trovato un accordo con cui Malta ha aperto il porto de La Valletta per lo sbarco dei 49 migranti bloccati in mare su una nave di un ONG tedesca.

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Esultano di gioia i 49 migrantisbarcati mercoledi a La Valletta, nell'isola di Malta, dopo aver trascorso piu di 2 settimane a bordo di scialuppe di salvataggio di una Organizzazione Non Governativa tedesca che li aveva soccorsi in mezzo al Mar Mediterraneo.

Termina cosi una situazione di stallo in cui i Paesi dell'Unione europea si erano rifiutati di offrire un porto sicuro per questi nuovi arrivi.

Poche ore prima, era stato raggiunto un accordo tra diversi Paesi europei per stabilire chi li avrebbe accolti.

Alla luce di questa lunga attesa, mancato ccordinamento tempestivo e lunghe negoziazioni, la Commissione europea ha avvertito che l'Europa "non può continuare a fare affidamento su soluzioni improvvisate per gli sbarchi dei migranti".

Una volta raggiunta l'isola, un autobus li ha trasferiti ad un centro di accoglienza.

Saranno ora ridestinati ad altri otto Paesi europei, Germania, Francia, Portogallo, Irlanda, Romania, Lussemburgo, Paesi Bassi e Italia.

Tuttavia, Malta teme di diventare la destinazione di navi respinte dall'Italia. Prima di dare consenso allo sbarco nelle sue coste, ha voluto infatti assicurarsi che vi sia continua collaborazione da parte di tutti i Paesi dell'Unione affinchè si affrontino future vicende simili in modo congiunto e sollecito.

La Commissione europea ha proposto di avvalersi delle competenze e del ruolo delle agenzie europee per "determinare rapidamentequali siano i migranti ammissibili al sostegno e all'accoglimento" in modo tale da anticipare e "organizzare" le operazioni di rinvio di tutti gli altri ai loro Paesi di origine.

"L'Unione non può continuare a fare affidamento su soluzioni disordinate", ha affermato Avramopoulos. "_Abbiamo bisogno di un meccanismo prevedibile e sostenibile" per gestire gli sbarchi e una distribuzione solidale dell'accoglienz_a" - ha aggiunto.

Bruxelles è pronta a lavorare con gli Stati membri per mettere in atto provvedimenti provvisori che fungano da ponte, prima dell'adozione di una vera e propria riforma delle norme in materia di asilo. Cosi riporta Avramopoulos.

La revisione del Regolamento di Dublino, legislazione che assegna la responsabilità di trattamento di una domanda di asilo al Paese di primo ingresso, rappresenta un pesante onere per i Paesi del Mediterraneo.

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