Viaggio a Qoloji, Etiopia, dove milioni di evacuati combattono stenti e avversità

Viaggio a Qoloji, Etiopia, dove milioni di evacuati combattono stenti e avversità
Di Monica Pinna
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Nel campo sono presenti 80.000 etiopi appartenenti per lo più alla comunità etnica somala e provenienti dalla vicina regione dell'Oromia. L'arrivo di nuove famiglie ha una frequenza ormai quasi quotidiana e si vanno ad aggiungere agli 8 milioni che hanno necessità di assistenza

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Milioni di persone in Etiopia sono costrette ad abbandonare le loro abitazioni. Il loro numero aumenta di giorno in giorno: nell'ultimo anno e mezzo infatti sono state 3 milioni le persone sfollate in luoghi diversi dalle proprie case, spesso in campi appositi, a causa del riacutizzarsi della violenza tra etnie. Si tratta di una delle più gravi crisi mondiali che hanno colpito la nazione del Corno d'Africa. La nostra inviata, Monica Pinna, è stata a  Qoloji, il maggiore campo di evacuati nello stato Somalo dell'Etiopia.

Nel campo sono presenti 80.000 etiopi appartenenti per lo più alla comunità etnica somala e provenienti dalla vicina regione dell'Oromia. L'arrivo di nuovi gruppi familiari ha una frequenza ormai quasi quotidiana e si vanno ad aggiungere agli 8 milioni di persone che hanno necessità di assistenza alimentare giornaliera oltre ad ulteriori 8, considerate in condizioni di vulnerabilità cronica.

"Sono dovuto partire due anni fa a causa della lotta in corso tra le comunità. Sono nato ad Oromia dove la mia famiglia ormai viveva da secoli. Ho perduto due fratelli e tutti i miei animali", ci racconta un residente del campo.

"Abbiamo lasciato i nostri animali, abbiamo lasciato tutto quando siamo stati attaccati: i nostri mariti e i nostri figli non ci sono più. Le nostre condizioni di vita qui sono difficili. Non abbiamo nulla", afferma una donna.

Abbiamo seguito la visita del Commissario europeo per gli aiuti umanitari. A Cologi, il Commissario Christos Stylianides ha annunciato 89 milioni di euro in aiuti umanitari per il biennio 2018-2019. Fondi che saranno usati sia per i bisogni degli sfollati, sia per assistere un milione di rifugiati dei Paesi vicini, ma anche per affrontare i disastri naturali che continuano a colpirli, come la siccità.

"L'Etiopia sta attraversando un cambiamento politico profondo e l'Unione Europea vuole dare un supporto a questo processo di riforma di questa parte del Paese", sottolinea Christos Stylianides.

Il Governo sta collaborando con le agenzie internazionali, le quali chiedono però di poter valutare le necessità degli evacuati in modo indipendente, soprattutto nelle aree sensibili, ed evitare che avvengano ritorni forzati in zone non sicure.

"Il nuovo governo del primo ministro Abiy Ahmed Ali  - riferisce la nostra inviata - ha scosso l'Etiopia facendo grossi passi avanti per promuovere i diritti umani. Questo giovane leader punta all'unità di un Paese oggi frammentato. Se riuscirà nei suoi intenti l'ondata di democrazia potrà influire sull'intera regione, non soltanto sull' Etiopia.

Risorse addizionali per questo articolo • Mixaggio e cura testo: Simona Zecchi

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