Nel capoluogo catalano la riunione del Consiglio dei Ministri.
Tutto secondo copione: il premier spagnolo Pedro Sánchez è arrivato a Barcellona per il Consiglio dei Ministri, convocato nella città catalana, scossa dagli scontri in strada tra gli agenti dei Mossos d'Esquadra e gli indipendentisti.
Nello stesso giorno di due anni fa Ciudadanos - il principale partito unionista - aveva ottenuto la maggioranza dei voti in Parlamento: un pronunciamento voluto dall'allora primo ministro Rajoy per scongiurare la dichiarazione unilaterale di indipendenza della Catalogna.
Resta dunque tesa la situazione nel capoluogo catalano: prima dell'arrivo di Sánchez, i Mossos hanno sequestrato materiale per la fabbricazione di bombe molotov.
Nella città blindata da circa 9.000 poliziotti, l'esecutivo - che ha aperto i lavori del sedicesimo Consiglio lontano da Madrid con la "photo family" - ha in agenda l'aumento a 900 euro del salario minimo e anche l'incremento di poco più del 2 per cento dello stipendio dei dipendenti pubblici.
All'ordine del giorno anche alcune misure indirizzate proprio alla Catalogna nel settore delle infrastrutture e degli investimenti.