Dopo il voto di fiducia, il testo tornerà in Senato, dove si inizieranno a implementare le modifiche con cui i gialloverdi intendono evitare le sanzioni di Bruxelles
E' una situazione quantomeno peculiare quella in corso a Montecitorio.
Nel weekend a venire, i deputati si troveranno a votare la fiduciasul testo di una manovra che, già dalla prossima settimana, dovrà essere pesantemente ritoccata al Senato, dove partirà la corsa contro il tempo per evitare la procedura d'infrazione.
La maratona inizia il 10 dicembre, quando il Governo dovrà presentare gli emendamenti per la riduzione dei saldi destinati a "Quota cento" e Reddito di cittadinanza, oltre a una serie di nuove misure come l'incremento dei tagli alle pensioni d'oro.
L'appuntamento fissato il giorno dopo tra Conte e Juncker, dunque, sarà probabilmente di carattere interlocutorio: Bruxelles si aspetta una riduzione del deficit di 16 miliardi, Conte punta a un taglio di poco superiore a 7. Se l'accordo non verrà trovato entro il 19 dicembre, la Commissione potrebbe raccomandare all'Ecofin l'avvio della procedura di infrazione, che verrebbe formalizzato entro il 22 gennaio.
Un braccio di ferro definito pericoloso da un recente editoriale del New York Times, che sottolinea il rischio di spingere l'Italia - che a differenza della Grecia del 2009 è un contributore netto al bilancio europeo, "troppo grande per fallire come pure per un eventuale salvataggio" - su posizioni ancor più nazionaliste e ostili a Bruxelles.