A Birmingham però cresce la fronda anti premier
Alla riunione dei conservatori inglesi una May a tuttocampo cerca di parare i colpi che le provengono dal campo amico. Accusata di aver gestito malissimo il dossier Brexit e i negoziati con Bruxelles. Durissime soprattutto le critiche dell'ex sodale ed ex ministro degli esteri Boris Johnson.
Dichiarazioni roboanti anche se alle certezze di Downing Street non sembrano corrispondere a quelle dei negoziatori europei.
Theresa ay: "La politica sull'immigrazione che abbiamo annunciato oggi ci permette di riprendere controllo delle nostre frontiere e rispetta il risultato del referendum. Certifica che abbiamo fermato il libero movimento una volta per tutte e per la prima volta in decenni. Sarà il governo britannico a decidere quante persone e come possano arrivare nel Regno Unito. E si, il sistema sarà basato sulle capacità. Non da dove qualcuno provenga, ma su quale possa essere il suo contributo alla nostra economia".
La settimana scorsa a Salisburgo, quando Bruxelles ha respinto in malo modo il piano di Theresa May per i futuri rapporti tra la Gran Bretagna e l’Unione Europea, il primo ministro è apparso però non solo debole ma da tenere a distanza. Si era presentata al summit europeo aspettandosi almeno un tiepido supporto che l’avrebbe aiutata a superare la conferenza dei Tory inaugurata a Birmingham, e invece è rimasta da sola.