Ue, mercoledì si vota sull'articolo 7: di cosa è accusata l'Ungheria?

Ue, mercoledì si vota sull'articolo 7: di cosa è accusata l'Ungheria?
Diritti d'autore MTI/EPA/Nicolas Lambert
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Di Emma BeswickRita Palfi
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Il Parlamento europeo potrebbe dare il via libera all'iter per l'applicazione di una serie di sanzioni, tra cui la sospensione del diritto di voto nelle sedi europee. Si tratta comunque di un'ipotesi remota: serve il voto favorevole di tutti i 27 membri del Consiglio europeo

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Il voto sull'Ungheria di Viktor Orban è tra i temi principali della plenaria del Parlamento europeo in programma a Strasburgo dal 10 al 14 settembre. Questo mercoledì il Parlamento sarà chiamato ad esprimersi sul rapporto presentato da Judith Sargentini, europarlamentare olandese dei Verdi: un documento fortemente critico nei confronti del governo ungherese, accusato di violare le regole democratiche e lo statodi diritto.

In caso di approvazione da parte del Parlamento si metterebbe in moto l'iter per l'applicazione dell'articolo 7 del Trattato di Lisbona, che prevede una serie di sanzioni per i paesi che non rispettano i valori fondanti dell'Unione. Tra le possibili sanzioni anche la sopsensione del diritto di voto nelle sedi europee. Si tratta comunque di un'ipotesi remota: per essere applicata, la sanzione deve essere approvata da tutti gli altri 27 membri del Consiglio europeo.

Quali sono le accuse contenute nel rapporto Sargentini?

1) Abusi sui migranti

Il rapporto cita le preoccupazioni dei commissari dell'Onu e del Consiglio d'Europa a proposito delle numerose accuse di abusi da parte delle autorità di frontiera sui migranti e sui richiedenti asilo.

2) Restrizioni alla libertà di stampa

Secondo Sargentini in Ungheria l'attuale quadro legislativo non garantisce una stampa senza censura. Il rapporto afferma che le modifiche alla legge sulla libertà di informazione limitano il diritto di accesso alle informazioni governative.

3) Corruzione e conflitto di interessi

Secondo il rapporto i parlamentari in Ungheria dovrebbero segnalare i conflitti di interesse non appena si presentano. Inoltre dovrebbe essere rafforzato l'obbligo di presentare dichiarazioni patrimoniali.

Il rapporto cita un'indagine condotta tra il 2016 e il 2017 dall'Ufficio europeo per la lotta antifrode in cui sono state rilevate "irregolarità" e "conflitti d'interesse" in 35 contratti per l'illuminazione delle strade siglati con una società controllata all'epoca dal genero del primo ministro ungherese.

4) Privacy e protezione dei dati insufficiente

Il rapporto Sargentini afferma che il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite era preoccupato che le leggi dell'Ungheria sulla sorveglianza segreta a fini di sicurezza nazionale consentissero intercettazioni di massa.

5) "Atteggiamenti stereotipati" nei confronti delle donne

Il rapporto cita i commenti del Comitato delle Nazioni Unite per i diritti umani secondo cui "atteggiamenti stereotipati patriarcali" sono ancora prevalenti in Ungheria per quanto riguarda la posizione delle donne nella società.

Vengono riportate diverse osservazioni discriminatorie formulate da personalità politiche contro le donne. Sargentini sottolinea inoltre che il codice penale ungherese non protegge pienamente le donne vittime di violenza domestica.

6) Preoccupazioni sul sistema elettorale

Il rapporto cita una dichiarazione dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) sulle elezioni del aprile 2018, secondo cui l'accesso alle informazioni e le libertà dei media erano limitate.

Secondo l'Ocse la copertura mediatica della campagna è stata ampia, ma altamente polarizzata e priva di analisi critica.

7) Preoccupazioni costituzionali

La relazione Sargentini solleva preoccupazioni sul processo decisionale in Ungheria, a causa della diffusa percezione di mancanza di trasparenza, dell'assenza di una consultazione sincera e dell'inadeguato coinvolgimento della società civile.

La Costituzione dell'Ungheria è stata emendata sei volte da quando è entrata in vigore nel 2012 e il governo ungherese ha effettuato diverse consultazioni nazionali negli ultimi anni, tra cui una intitolata "Fermiamo Bruxelles" nel 2017 e una contro il cosiddetta "piano Soros".

Il governo ungherese ha affermato l'Unione europea sta provando a vendicarsi dopo che Budapest si è opposta al sistema di ripartizione dei migranti basato sulle quote. Orban ha liquidato il rapporto Sargentini un "rapporto Soros", e un membro di Fidesz ha rincarato la dose affermando che si tratta di un attacco orchestrato dalle ong di Soros basato su una serie di bugie.

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