Con 130 opere, fra cui quelle dedicate al teatro ebraico di Mosca, Marc Chagall torna in vista al pubblico italiano e internazionale di Mantova
Apre a Mantova, presso il Palazzo della Ragione, la mostra "Marc Chagall come nella pittura, così nella poesia" con 130 opere tra cui il ciclo completo dei 7 teleri dipinti nel 1920 per il Teatro ebraico da camera di Mosca: pezzi che rappresentano il momento più rivoluzionario e meno nostalgico della sua arte.
Una collaborazione con la Galleria Tretyakov
Per Tatiana Gorodkova, responsabile delle collezioni di stato della Galleria Tretyakov a Mosca a Chagall (classe 1887 mancato in Francia a Saint-Paul-de-Vence nel 1985) venne chiesto di creare le decorazioni per il primo spettacolo di un teatro che era piccolo, poche stanze, adattate per contenere 90 persone.
Quando Chagall visitò e vide lo spazio per la prima volta decise che avrebbe dipinto le pareti e creato le decorazioni che gli erano state richieste.
I 7 teleri dipinti da Chagall nel 1920 sono pannelli, tempere e gouache su tela di grandi dimensioni e costituiscono un prestito eccezionale della Galleria Statale Tret’jakov di Mosca.
Il progetto espositivo propone la ricostruzione dell’ambiente del Teatro ebraico da camera, ossia una “scatola” di circa 40 metri quadrati di superficie, per cui Chagall aveva realizzato,
oltre ai dipinti parietali, le decorazioni per il soffitto, il sipario insieme a costumi e scenografie per tre opere teatrali.
Il ruolo di Chagall nel Novecento
Trasferitosi a Parigi dal 1910, Chagall non può abbandonare i ricordi della vita della natìa Vitebsk, perché i suoi sentimenti si erano sviluppati e raffinati nella sofferenza ebraica. Ma poteva correre il rischio di essere sopraffatto dai suoi inquietanti fantasmi. Cerca perciò una soluzione di ordine formale nel linguaggio dell’avanguardia e divenne insieme a Picasso uno dei grandi ispiratori di tanti altri artisti del Novecento.
La mostra resta aperta a Mantova fino al 13 gennio 2019.