Genova, procuratore: Tra 10 e 20 dispersi

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Di Michela Montemaria elena spagnolo
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Al dramma dei 39 i morti finora accertati si aggiunge quello dei 600 sfollati per il rischio del cedimento del rudere

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"Ci potrebbero essere ancora tra le 10 e le 20 persone disperse". Lo ha detto il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi, che coordina le indagini sul crollo del ponte Morandi.

"Di fronte a una tragedia del genere non voglio sentir parlare di limiti di spesa o di norma", ha aggiunzo Cozzi. Sono stati ipotizzati i reati di omicidio colposo plurimo, disastro colposo conseguente a crollo di costruzione e attentato colposo alla sicurezza dei trasporti.

Tra le ipotesi di reato allo studio della procura c'è anche l'omicidio colposo stradale anche se "è prematuro perché dipende tutto dalle possibili configurazioni di scenario", ha spiegato il procuratore capo Cozzi. "È prematuro anticiparlo perché significherebbe inquadrare in un certo modo le possibili cause e ipotecare un qualcosa che ancora si deve conoscere".

"Al momento le ipotesi di reato sono tutte a carico di ignoti perché bisogna individuare prima le possibili cause", ha spiegato.

lntanto il premier Giuseppe Conte ha annunciato che sabato prossimo, giornata di lutto nazionale, il governo parteciperà ai funerali delle vittime.

Con il passare delle ore "è poco probabile trovare superstiti", ha detto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. 

"Alcuni feriti sono ancora gravi, uno preoccupa in maniera particolare" ha aggiunto.  Secondo la prefettura di Genova il bilancio provvisorio è di 38 morti accertati. I feriti sono 15 di cui 9 in codice rosso.

L'ampiezza della tragedia stenta a trovare una definizione. Al dramma dei 38 morti finora accertati e delle decine di dispersi ancora sotto le macerie, si aggiunge quello dei 600 sfollati per il rischio del cedimento del rudere che inisiste sulla zona urbanizzata. E se lo sgombero delle macerie non avverrà in breve tempo, si aggiungerà, secondo alcuni, il rischio di straripamento del torrente sottostante. Gli interrogativi sul futuro da parte dei residenti si moltiplicano:

"C'è poca manutenzione, secondo me, c'è proprio disinteresse a livello politico. Adesso escono tutti quanti, parlano ma ci deve sempre scappare il morto in Italia per prendere provvedimenti, dovrebbero pensarci molto prima", afferma sconsolata una residente. Le fa eco un uomo: "La colpa sarà del progettista che è morto, alla fine è tutta colpa sua e tutti gli altri si salvano".

Una giovane mamma aggiunge: "Ora si stanno preoccupando solo dell'autostrada di come rimetterla in sesto, ma stiamo scherzando? Siamo 600 sfollati, io ho un bambino di 4 anni, spero che le istituzioni riescano a velocizzare, a muoversi, per darci un alloggio al più presto possibile".

Per sabato è stata indetta una giornata di lutto nazionale. Nel frattempo continua la caccia alle responsabilità, nell'occhio del ciclone Autostrade per l'Italia, che nonostante l'annuncio del governo del ritiro della concessione, si dichiara pronta a ricostruire il ponte in 5 mesi. Il ministro dell'Interno Salvini ha promesso nuove case agli sfollati entro un anno.

"Quel ponte era sotto il controllo di una società privata - ha detto Salvini- che guadagna miliardi facendo pagare uno dei pedaggi più cari d'Europa. Evidentemente non ha fatto quello che doveva, non ha speso i soldi che doveva, quindi revocare queste concessioni, dare le multe più alte possibile far pagare civilmente e penalmente coloro che hanno questi morti e questi feriti sulla coscienza è il minimo".

Ieri il consiglio dei ministri riunito in Prefettura ha deciso lo stato di emergenza per la città e la nomina di un commissario ad hoc per la ricostruzione.

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