Fu condannato a risarcire il molestatore della figlia, sentenza ribaltata in appello

Fu condannato a risarcire il molestatore della figlia, sentenza ribaltata in appello
Diritti d'autore La corte di appello di Bologna. Fonte: Ministero della Giustizia
Diritti d'autore La corte di appello di Bologna. Fonte: Ministero della Giustizia
Di Lillo Montalto Monella
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Una vicenda assurda dal punto di vista processuale: la giustiza penale condanna un professore al carcere per molestia nei confronti di una sua alunna. Quella civile impone, in primo grado, al padre della ragazza di risarcire il molestatore. Lei si toglie la vita nel 2014. L'appello ribalta tutto.

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La Corte d'Appello del tribunale civile di Bologna ha ribaltato, settimana scorsa, una sentenza di primo grado che imponeva al padre di una adolescente, molestata dal suo professore, di risarcire quello stesso docente che aveva rovinato la vita alla sua famiglia - riconosciuto colpevole di molestie sessuali con sentenza definitiva dalla giustizia penale.

La figlia di Davide Zaccarelli, Elisa, fu molestata per un anno dal 2006 al 2007 da un suo insegnante, Ezio Foschini, quando frequentava l’Istituto d’Arte di Faenza. Per quella molestia, Foschini ora 63enne ha scontato tre anni di carcere, sentenza confermata in tutti i gradi di giudizio.

In un parallelo processo civile, però, nel gennaio 2014, la famiglia di Davide viene incredibilmente condannata a risarcire il professore che aveva abusato della figlia: dai 200 ai 300 euro al mese circa, una rata fissa che equivale a circa un quinto del suo stipendio da operaio in una distilleria di Faenza.

In totale 30mila euro circa tra spese processuali e morali. Uno stillicidio durato quattro anni.

"Una situazione surreale in cui una sentenza civile ha la meglio su ben 4 sentenze penali a suo favore", scrive il Fatto Quotidiano.

Qualche mese dopo questa sentenza, nel giugno 2014, Elisa si toglie la vita. Si era recata dall'avvocatessa di famiglia preoccupata per gli esiti del processo e la situazione finanziaria dei genitori.

Maggio 2018. Quattro anni dopo la tragedia, il giudizio di appello della Corte di Bologna ha ora annullato gli effetti di quel controverso primo grado di giudizio civile.

"Io lo sentivo come una pugnalata", ha detto ad Alessandro Milan di Radio 24 Davide Zaccarelli. "Era quasi una violenza anche nei miei confronti. Fa piacere che in appello abbiano ribaltato la situazione".

La moglie di Zaccarelli è casalinga, insieme hanno un altro figlio, Riccardo, di quasi 14 anni. Insieme avevano lanciato un appello su Facebook per chiedere un sostegno economico per poter fronteggiare le spese. Il caso era approdato in parlamento attraverso un’interrogazione di otto senatori nella quale si chiedeva al ministero della Giustizia di fare un’ispezione.

"Niente e nessuno ci restituirà il sorriso e la presenza di Elisa. Ogni udienza è una stilettata al cuore di Stefania e mio, oltre al dolore silenzioso di Riccardo che nonostante i nostri sforzi sente il nostro strazio", ha scritto su Facebook il 22 maggio.

Come si è arrivati a questo punto

Lo abbiamo chiesto a uno degli avvocati di Zaccarelli, Lorenzo Valgimigli. A euronews spiega che il giudice penale, condannando Foschini, gli aveva imposto anche il risarcimento in sede civile ma senza poter quantificare il danno - "perché quantificarlo non è il suo mestiere", spetta al ramo civile della giurisprudenza.

Concede quindi una "provvisionale", un acconto sul danno, che all'epoca è di 40mila euro più 13mila euro a favore di ciascun genitore. La provvisionale è esecutiva, immediata, e anche se si fa appello bisogna iniziare a pagarla subito.

Dopo la sentenza, racconta l'avv. Valgimigli, "Foschini inizia a spogliarsi dei propri beni. Intesta la BMW ad una sua amica, fa risultare che abita in un casolare diroccato e si spoglia dei soldi nei suoi vari conti correnti: sappiamo che ne aveva tanti perché a scuola era noto per le sue attitudini da giocatore di Borsa".

Notati i movimenti sospetti, i legali di Zaccarelli fanno denuncia per frode. Foschini viene giudicato colpevole e punito per mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice. "Quando un debitore si spoglia dei beni per non adempiere ad una sentenza di un giudice, è reato".

Di tutti i beni alienati, rimane un conto corrente: quello cointestato tra Foschini e il padre Claudio. "In data prossima alla sentenza di primo grado emessa dal tribunale penale di Ravenna il 25 gennaio", quello per molestie sessuali, un conto cointestato viene estinto e il saldo attivo trasferito su un altro conto, intestato solamente al padre del professore.

Forti delle indagini svolte nel frattempo dalla Guardia di Finanza, i legali di Zaccarelli chiedono e ottengono il sequestro civile delle somme depositate su questo conto corrente, ovvero circa 40mila euro.

"Qui scatta l'assurdo"

"Qui è scattato l'assurdo", continua l'avvocato Valgimigli. Prima del processo civile a Faenza (sezione distaccata di Ravenna), cambia il giudice e ne arriva uno nuovo. Dopo il sequestro dei beni, inizia il dibattimento. Il giudice incarica un ragioniere di fare una perizia e costui deposita una relazione che conclude che non ci sarebbe prova che il denaro nel conto del padre di Foschini sia effettivamente quello trasferito dal figlio.

Sulla base di questa perizia, il giudice condanna la famiglia di Zaccarelli a risarcire circa 30mila euro tra perizia, spese processuali e morali "per il disagio e la sofferenza che si ritiene abbia dovuto ingiustamente patire per il sol fatto di essere padre di Foschini Ezio, poiché in ragione di tale rapporto ha subito l’illegittimo sequestro dei propri risparmi ed è stato convenuto, altrettanto illegittimamente, nel presente procedimento” (si legge in una delle sentenze consultate da euronews)

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"A questo punto è iniziata la via crucis: l'avvocato difensore e la parte hanno iniziato ad agire nei confronti dei genitori di Elisa e a pignorargli i beni. Dopo sei mesi, la ragazza si toglie la vita", continua l'avvocato.

Foschini ha impugnato entrambe le sentenze, per quella per molestia sia quella per frode, ma ha sempre perso sia in Appello che in Cassazione. Al momento è sotto processo per una vicenda connessa all'eredità del padre, deceduto nel frattempo. "Il suo obiettivo, dopo la morte della ragazza, è sempre stato quello di apparire come nullatenente"

Come nel caso OJ Simpson, il processo civile ha esiti opposti a quello penale

"L’assurdità qui sta nel fatto che un giudice civile pretende di sovrapporre un proprio giudizio diverso da quello dei giudici penali", conclude l'avv. Valgimigli. "Come nel caso famosissimo di OJ simpson , in America: assolto per l’omicidio della moglie, fu condannato a risarcire i danni in sede civile".

Secondo il legale, i tempi della giustizia (sono passati ormai più di 10 anni) sono stati relativamente celeri, in questo caso, se raffrontati a tempi medi del processo italiano. "La cosa grave è quella prima sentenza, gravemente iniqua, che finì per condannare una ragazza che già aveva avuto dei traumi. Tanto è vero che ora è stata ribaltata a 360°".

Il professore condannato per molestie, nel frattempo licenziato e con il TFR pignorato, ha presentato una proposta di patteggiamento ai legali di Zaccarelli per una somma di poco inferiore a 100mila euro. Contattato da euronews, Pier Paolo Geri, avvocato di Foschini, si è detto non disponibile a rilasciare dichiarazioni.

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