In vendita la villetta del più famoso serial killer francese, Henri Landru

In vendita la villetta del più famoso serial killer francese, Henri Landru
Diritti d'autore La villa nel 1919
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Di Lillo Montalto Monella
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Detto Barbablù, truffò e uccise una decina di donne facoltose negli anni della prima Guerra Mondiale, bruciandone i cadaveri nel forno. Fu ghigliottinato e la sua testa è ancora oggi esposta a Hollywood

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La casa di Henri Landru, uno dei più efferati serial killer di Francia condannato alla ghigliottina nel 1922 per l'uccisione di undici persone, è in vendita. Su un annuncio si legge: "casa dal passato storico".

Situata nel villaggio Gambais (dipartimento di Yveines, nella regione dell'Île-de-France), è in vendita al prezzo di 450mila euro. In quell'abitazione Landru ha ammazzato e fatto a pezzi, bruciandole nel forno della cucina, sette delle dieci donne sue vittime (a cui si aggiunge anche un bambino).

I proprietari che hanno occupato "felicemente" la casa per 40 anni, utilizzata come luogo di villeggiatura durante le ferie e nei weekend, si sono infatti separati e hanno deciso di mettere in vendita l'immobile, riferisce il quotidiano L'Echo Républicain.

Il giornale riporta come sulla casa sia sempre aleggiato un alone infausto: una infermiera fu divorata dai molossi di casa, dopo la guerra, e più tardi la residenza fu teatro di un suicidio.

La magione di Barbablù, come era chiamato l'omicida seriale, vanta anche 6mila metri quadrati di parco che la circondano ed è situata a 40km da Parigi. 

La storia di Landru ha ispirato Charlie Chaplin, che nel 1947 fu autore di Monsieur Verdoux, e una produzione del 1963 di Claude Chabrol.

Truffatore, dichiarato malato di mente, approfittando del caos per la prima Guerra Mondiale iniziò a ingannare vedove di ogni età pubblicando trafiletti come "Signore serio desidera sposare vedova o donna incompresa tra i 35 e i 45 anni”. Dopo essersi fatto intestare il patrimonio, Landru faceva sparire le malcapitate vittime spesso bruciandole nel forno a legna della cucina. Il metodo di uccisione preferito era lo strangolamento.

Perquisendo il villino, la polizia trovò diversi resti di denti e ossa nel forno. Come si legge qui, lo stesso imputato chiese durante il processo che venissero presentati i cadaveri delle presunte vittime come prove. "Sebbene le prove materiali non fossero schiaccianti, i giudici furono influenzati dal ritrovamento di un’agendina, nella quale erano meticolosamente registrate, di suo pugno, le spese del viaggio di andata di ogni vittima mentre erano del tutto assenti le spese del viaggio di ritorno. Di questo fatto egli non riuscì a dare alcuna spiegazione convincente".

La sua testa ghigliottinata è oggi esposta al Museum of Death di Hollywood.

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