Appello della Colombia: qualche zoo vuole gli ippopotami di Pablo Escobar?

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Di Marta Rodriguez Martinez
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Si tratta dell'ennesima eredità scomoda del narcotrafficante morto nel 1993

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Pablo Escobar è morto un quarto di secolo fa eppure la Colombia fa ancora i conti con la sua eredità scomoda - che non sempre ha a che vedere con il traffico di droga. Questa volta la minaccia postuma del più famoso narcotrafficante del mondo è di tipo animale: parliamo dei discendenti degli ippopotami del Re della droga che, allo stato brado, stanno mettendo a rischio l'ecosistema locale.

Questi grandi mammiferi dell'Africa subsahariana sono arrivati in Colombia proprio per volere di Pablo Escobar, che li ha richiesti per la sua Hacienda Nápoles, la lussuosa residenza-fortino costruita a 150km da Medellin.

Fu popolata un po' come l'arca di Noè con animali provenienti dai cinque continenti importati illegalmente in Colombia. Elefanti, giraffe, rinoceronti... e ippopotami, appunto. Dopo la caduta e la morte di Escobar, lo Stato ha espropriato la proprietà e ha ridistribuito la fauna esotica ivi presente tra gli zoo di Medellin e Bogotà. Ma non tutti gli animali sono stati "acchiappati".

La grande invasione

"All'inizio erano quattro", ha dichiarato a euronewsDavid Echeverri López, biologo della* Corporación Autónoma Regional de las cuencas de los ríos Negro y Nare* (CORNARE), una regione particolarmente segnata dall'invasione della specie. Ora gli esemplari sono più di quaranta.

Hanno attraversato indisturbati le porte della Hacienda Nápoles e ora e vivono in libertà sul fiume Magdalena, dove la popolazione di ippopotami prolifera incontrollata. A differenza dell'Africa, in Colombia non ci sono predatori naturali. "Si trovano in una zona tranquilla, dove si riproducono", precisa Echeverri.

Una battaglia che dura già da diversi anni

"Si tratta di una specie invasiva che sta causando problemi ai sistemi autoctoni", spiega Echeverri. "Il loro grande volume - compreso tra 1 e 3 tonnellate - e il loro comportamento territoriale ne fanno un pericolo per la popolazione che vive sulle rive del fiume, in particolare per i pescatori".

L'OMS classifica l'ippopotamo come uno degli animali più aggressivi al mondo e il più letale in Africa per gli esseri umani, con una media di 50 decessi all'anno causati dalle sue cariche.

"Non abbiamo avuto attacchi confermati, ci sono state delle voci ma che non sono state suffragate da prove", continua Echeverri. "Abbiamo dichiarato guerra già diversi anni fa all'ippopotamo. Si tratta di una specie davvero imprevedibile".

REUTERSS/Albeiro Lopera Un gruppo di ippopotami a Puerto Triunfo, Colombia

Uno dei compiti di Echeverri è quello di contare gli esemplari per un censimento. "Durante il lavoro mi hanno inseguito: quando sentono di essere osservati, si sfogano".

Oltre al controllo diretto, viene effettuato un lavoro di monitoraggio con telecamere di sicurezza. Tramite esse si può stimare un numero di 33 esemplari nel lago e 6 o 7 in altre zone limitrofe.

Nel 2017, uno di questi ippopotami ha fatto il giro dei social network quando è stato avvistato aggirarsi indisturbato, di notte, per le strade del comune di Puerto Triunfo. 

Ippopotamo colombiano cerca zoo

Nonostante gli spaventi occasionali e il rischio che essi rappresentano, l'ippopotamo è ancora un animale popolare, secondo Echeverri. "La gente li ama. Si tratta di un argomento molto curioso. Ci chiamano media di tutto il mondo interessati alla storia".

Tuttavia, il biologo non vuole che ci si dimentichi che per gli abitanti della zona si tratta di un problema serio: "Mangiano nei pascoli adibiti alle mucche e nei fiumi diventano un rischio, i servizi turistici sono bloccati".

"Stavamo considerando la possibilità di sterilizzarli, ma è molto costoso. L'abbiamo fatto con un individuo e ci è costato 100 milioni di pesos (quasi 30mila euro, ndr)", dice. "Abbiamo parlato con esperti africani  perché stiamo anche contemplando la possibilità di liberarli in quel continente, ma dicono sia un rischio perché potrebbero portare dei parassiti dal nostro ecosistema, ponendo a rischio dunque la flora e la fauna africane".

Inoltre le autorità colombiane non dispongono dei fondi necessari alla loro conservazione e preferiscono destinarli a specie autoctone come felini o orsi. "Investire su una specie esotica è triste", ammette Echeverri, che rilancia: "Quali zoo vogliono dare rifugio agli ippopotami selvatici di Pablo Escobar?"

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