Kabul: lutto nazionale dopo l'attentato

Massimo stato d'allerta a Kabul all'indomani dell'attentato che ha provocato 95 morti e quasi 200 feriti. Anche i danni alle cose sono ingenti.
Samim è proprietario di uno studio fotografico sventrato dall'esplosione dell'ambulanza trasformata in autobomba, dice:
"Ogni giorno temiamo che ci sia un attentato. Vivere qui è diventato molto pericoloso per chiunque. L'Afghanistan non è più un paese sicuro."
La presidenza ha decretato una giornata di lutto nazionale, ma non è certo che questo basti a placare la collera che si esprime sempre più liberamente in rete. Il governo è accusato di non fare abbastanza per prevenire l'azione degli estremisti islamici armati che ormai sembrano in grado di colpire ovunque nella capitale afghana. Questo malgrado i check-point e la presenza di militari a ogni angolo di strada, anche nei quartieri iperprotetti dove si trovano le sedi delle istituzioni nazionali e internazionali, come quello martoriato dall'attentato di ieri (nei pressi: un ex edificio del ministero dell'interno, la sede della delegazione dell'Unione Europea, le ambasciate di India e Svezia, un liceo femminile).
Il 20 gennaio, sempre a Kabul, c'era già stato l'assalto all'Hotel Intercontinental, che aveva provocato una ventina di morti e questo mercoledì, a Jalalabad, l'attacco alla locale sede della ONG internazionale Save the Children.