Iran: dopo le proteste l'ayatollah minaccia gli Stati Uniti

Iran: dopo le proteste l'ayatollah minaccia gli Stati Uniti
Di Gioia Salvatori
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Mentre le proteste scemano, la guida suprema punta il dito contro i Paesi nemici che hanno fatto "acrobazie" per cercare di destabilizzare l'Iran. Cita gli Stati Uniti e fa riferimento alle indiscrezioni sui presunti problemi mentali del presidente Trump

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Le proteste di piazza poco a poco rientrano ma il loro côté diplomatico è sempre più caldo. La guida suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, ha accusato gli Stati Uniti e la Gran Bretagna di aver tentato di sovvertire l'ordine dello Stato manovrando le proteste di piazza che dalla fine del mese di dicembre sono dilagate in 80 città iraniane. 

L'ayatollah ha attaccato frontalmente il presidente americano Donald Trump: "Questo leader sembra non essere una persona stabile. Recentemente proprio negli Stati Uniti si è parlato di suoi problemi mentali a psichiatrici. Anche a noi è giunta voce. Ma vogliamo far sapere, sia a lui che agli altri regimi stranieri a noi ostili, che le loro folli acrobazie non resteranno senza risposta". 

E c'è da aspettarsi che anche le minacce dell'ayatollah non passeranno inosservate tanto più che venerdì gli Stati Uniti decideranno se continuare a seguire il piano per il nucleare iraniano che ha abolito le sanzioni al Paese asiatico, o se tornare alla linea dura. La linea verrà decisa dal presidente statunitense dopo consultazioni con il segretario di Stato e il segretario alla difesa.

Le minacce dell'ayatollah sono arrivate da Qom, durante le celebrazioni per l'anniversario della rivolta contro lo scià il 9 gennaio '78. 

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